Maria Rosi
di Maria Rosi
In merito alla questione della Gesenu , “ sfociata “ ieri in Consiglio Comunale a Perugia mi sento di dire dire che è arrivato il momento di tirare una linea su “conti” che non tornano , a causa di anni di amministrazione scellerata. Essendo stata Presidente del Comitato di Monitoraggio e controllo della Regione Umbria, ho più volte denunciato la situazione di emergenza in cui viveva l’azienda. Oggi non si può incolpare una giunta che si è appena insediata e che si è trovata a dover gestire una situazione a dir poco disastrosa. Il primo segnale che l’azienda “non navigava” in buone acque sono state le dimissioni del Presidente Luciano Ventanni, che per mesi aveva “abbaiato alla luna”.
Quello che ho sempre sostenuto in questi anni è che le aziende pubbliche non possono fare imprenditoria; non si hanno le capacità per poterla fare, basti pensare all’appalto in Egitto.
Chiaramente queste scelte imprenditoriali sbagliate vanno a gravare sulle “ spalle” dei cittadini che si vedono aumentata la bolletta e sui lavoratori che devono rapportarsi oggi con dei tagli , ormai indispensabili. Oggi più che mai ci vuole una politica regionale sui rifiuti lungimirante, che ponga al centro il cittadino e il risparmio sulla bolletta. In tutti questi anni la Regione ha scelto di non scegliere. Le discariche sono piene, prima o poi si esauriranno. Perché non prendere in considerazione il decreto Clini sulla capacità calorifica massima del rifiuto che può essere conferito in discarica?
Oggi già molte città hanno scelto di utilizzare i termovalorizzatori, producendo anche energia della combustione dei rifiuti. Negli stati del nord Europa vengono portati solo il 5% dei rifiuti.
Esprimo la mia vicinanza ai lavoratori e i cittadini che sono le “vere vittime” di anni di amministrazione di sinistra che posso definire: “scellerata” e “cieca”.
Non comprendo perché i lavoratori non abbiano occupato nella passata amministrazione il Consiglio Comunale, quando noi tutti scrivevamo sui giornali per denunciare una situazione che era vergognosa. Non si può fare impresa con i soldi pubblici e non si può identificare il “controllore” e il “controllato “ in un unica figura. Ora bisogna rilanciare rendendo il servizio pubblico efficace ed economico per il cittadino.
Spero che presto il Sindaco Romizi possa avviare una azione di responsabilità verso chi ha deciso di fare imprenditoria con i soldi “pubblici”. Il mio auspicio è che presto la politica regionale decida di alzare la famosa asticella e affrontare il problema dei rifiuti.