L’attesa è terminata. La Cassazione ha ordinato un nuovo processo d’appello per Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Il Procuratore aveva detto che “i giudici di merito hanno smarrito la bussola”.
Si ritorna quindi in aula per il processo sul delitto di Meredith Kercher, la giovane inglese assassinata a Perugia nella notte tra il primo e il due novembre 2007. Raffaele Sollecito e Amanda Knox, dovranno comparire davanti ai giudici, ma questa volta davanti alla Corte d’assise d’appello di Firenze. Annullata la sentenza di assoluzione di secondo grado che, sulla base di una dettagliata perizia tecnica, aveva assolto i due ragazzi indicati dall’accusa come gli autori del delitto in complicità con l’ivoriano Rudy Guede. Amanda, che ha seguito le fasi finali del processo dalla sua abitazione di Seattle, negli Usa, ha confidato all’avvocato Giulia Bongiorno che “continuano a non credermi”.
Nella requisitoria, il Procuratore Generale della Cassazione, Luigi Riello, aveva duramente criticato i giudici d’appello. “Ci sono tutti i presupposti perché non cali il sipario su un delitto sconvolgente di cui per ora resta come unico condannato Rudy Guede”.
La Cassazione ha confermato la condanna a tre anni inflitta ad Amanda Knox per il reato di calunnia ai danni di Patrick Lumumba, il musicista del Congo da lei indicato come autore dell’omicidio di Meredith. La condanna a tre anni risulta già scontata, perché compresa nel periodo che l’americana ha passato sotto custodia cautelare in carcere, prima di essere assolta con il verdetto d’appello dall’accusa di omicidio. Lumumba era, dopo le accuse di Amanda, risultato estraneo al delitto. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dai difensori della Knox per questo capo di imputazione.
Meredith Kercher è stata trovata priva di vita e dilaniata da molteplici coltellate. Il suo corpo è stato ritrovato nell’appartamento di Perugia che la ragazza condivideva con altre studentesse. Secondo gli investigatori, Meredith è stata uccisa nel corso della notte. L’arresto della studentessa statunitense Amanda Knox, coinquilina delle vittima, avvenne il 6 novembre. Assieme a lei viene arrestato anche il fidanzato Raffaele Sollecito e Diya Patrick Lumumba, padrone di un bar della città, di nazionalità congolese, dove Amanda lavorava saltuariamente. Il 20 novembre Lumumba, accusato da Amanda di essere l’assassino, è stato rilasciato dal carcere per mancanza di prove. Il 6 dicembre toccava all’ivoriano Guedè, estradato dalla Germania, dove è stato arrestato, e condotto in carcere non appena rientrato in Italia. Guede, che ha scelto il rito abbreviato, è stato condannato a 30 anni di carcere in primo grado. La pena in appello è scesa a 16 anni. Il processo di primo grado contro Knox e Sollecito si è aperto il 16 gennaio del 2009. Nel dicembre successivo la corte ha riconosciuto Amanda e Raffaele colpevoli di omicidio e violenza sessuale, condannandoli rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere. Nel corso del processo d’appello, un’indagine forense indipendente ordinata dalla Corte d’Appello ha trovato che molte delle prove del dna che inchiodavano Amanda e Raffaele erano inaffidabili. Il 3 ottobre 2011 i due ragazzi sono assolti. Oggi la sentenza che fa ripartire il processo annullando l’assoluzione.