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Pesca alla trota in America

Creato il 20 giugno 2011 da Mdalcin @marcodalcin

 

Pesca alla trota in America
Il libro culto di Brautighan “Pesca alla Trota in America” è uno di quei romanzi che nonostante non riesci a capire bene di che si tratta, che non sei sicuro ti piaccia, vuoi continuare a leggere, perché ti diverte da morire. E’ il gusto dello straniante, la voglia di stupirsi, di dire “vediamo cosa si inventerà nel prossimo capitolo- racconto.

Siamo sul genere surreale, e con surreale intendo proprio surreale surreale! Basti pensare che in un capitolo, verso la fine il protagonista entra in un negozio di ferramenta per acquistare un fiume. Si un fiume. Lo vendono al metro, pieno di trote da pescare. In un altro racconto narra di un cane di pezza (proprietà di una vecchia) che va in giro per la città e fa pipì di pezza su lampioni di pezza. E che dire del titolo? Mai visto un romanzo con un titolo del genere. E poi di riuscire a capire che cosa sia questo Pesca alla Trota in America non c’è proprio verso. In un capitolo è un personaggio che si chiama  “Pesca alla Trota in America”, in un altro capitolo è un albergo che si chiama “Pesca alla Trota in Amercia”, in un altro ancora è un’idea, un concetto, in un altro è un sogno.

Si tratta di un libro paradossale, completamente senza senso, ma questa insensatezza è la sua forza di attrazione. Ci vuole personalità (follia?) per scrivere un romanzo del genere.  Certo sapere che ha venduto due milioni di copie lascia alquanto stupiti. Che un libro così sperimentale venda così tanto penso potesse capitare soltanto negli anni ’60 e negli Stati Uniti, dove la gente era disposta a sognare, a lasciarsi andare, sospendendo ogni giudizo e godendosi il divertimento in quanto tale. Temo che ora come ora le cose sarebbero più difficili (ad ogni modo anche in quei tempi le case editrici avevano dimostrato la loro incapacità di leggere i tempi:  Brautighan ci mise sei anni per trovare un piccolo editore disposto  a pubblicarlo. Ma poi il successo fu travolgente).

Forse in un futuro (speriamo non troppo lontano) potrà succedere di nuovo, quando non saranno più gli editori a decidere cosa funziona e cosa non funziona ma saranno direttamente i lettori a deciderlo. Quando non ci sarà più questo filtro imposto e i libri avranno successo per loro stessi e non come conseguenza di una decisione presa dall’alto.

Pesca alla trota in America

 


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