Magazine Hobby

Pesca&Fidanzata; – L’attrezzatura

Da Pietroinvernizzi
Pesca&Fidanzata; – L’attrezzatura

Jacopo prova un paio di scarponcini con suola in feltro

L’amore è un’esperienza totalizzante. Quando ne si viene travolti si vuole conoscere ogni aspetto dell’oggetto del desiderio, tutto ciò che lo riguarda diventa interessante e importante. Chi ci si trova invischiato la chiama passione, gli altri invece la scambiano spesso per ossessione…

Questo è un capitolo abbastanza spinoso.
Io, per ovvie ragioni, non ne capisco molto ma devo far finta di saperne un sacco per poter sostenere delle conversazioni con Jacopo che non parla d’altro. Nella mia ingenua ignoranza ho sempre pensato che per pescare bastasse un bastone, un filo, un amo e un vermicello sacrificale che avrebbe dovuto durare una giornata intera. Chiaramente mi sbagliavo.
Intanto lo dico apertamente: la pesca è uno sport per ricchi.
Non è possibile che, vestito di tutto punto, tu possa indossare tipo 1000 euro di roba varia e non meglio identificata: allora anche io voglio dei cappotti costosissimi, delle scarpe da urlo e dei vestiti che nemmeno Gisele Bunchen!

E tutto per cosa? Per rotolarti nel fango sulle sponde di un fiume mentre cerchi di pescare delle trote leggendarie? No, non va bene. Il mio adorato compagno, esattamente come Pietro e immagino tutti quelli che hanno la pesca come unica passione, ha fatto una malattia per delle attrezzature talmente care che per regalargliele accendo dei mutui… perché “amore questo è il massimo del massimo, cioè io non posso pescare senza questa canna perchè tutto quello che è venuto prima non conta nulla…non dico che sia una questione di vita o di morte ma sostanzialmente senza potrei morire!” (immagino che Franco e Francis si salvino solo perché hanno anche altri interessi, ma secondo me fanno esattamente le stesse scene con i componenti del Transalp o della batteria…).

Idem per gli stivali…ma per lo meno sono cose utili, cioè degli stivali seri mi rendo conto anche io che, in certi frangenti (alle 6 del mattino sul greto del fiume ghiacciato il 19 di dicembre, per esempio…) possano fare la differenza tra il tornare a casa sani e salvi e il rantolare una richiesta di aiuto nella nebbia padana sperando che il tuo amico ti senta a 200 metri di distanza!!!

Ciò che davvero mi lascia interdetta, e  a essere sinceri, mi fa anche un po’ arrabbiare è la quantità di denaro spesa per gli artificiali. Sono pesci di legno!

Per quanto belli possano essere, fatti con amore e dedizione, artigianalmente o industrialmente, dal nonnino di montagna che ha sacrificato un occhio per l’imitazione perfetta, o la fabbrica cinese che ne sforna a palate, sono e rimangono dei pesci finti che costano un botto! Non si possono spendere 35 euro per un pesce di legno! Non li spendo nemmeno quando il venerdì compro il pesce al mercato, e sicuramente dà più soddisfazione! “No, non capisci amore: non vedi come viene imitata perfettamente la livrea madreperlata del salacippacosa con questo ondulante PAZZESCO che dà un movimento talmente ipnotico che anche Mandrake cederebbe al mio volere?”.

Pesca&Fidanzata; – L’attrezzatura

Pietro esibisce orgoglioso le sue esche

No, la risposta è no, non vedo! E soprattutto perchè? È ovvio che con dei vermi si prende di più! Perchè accanirsi a far rincorrere a un povero pesce un pesce finto di legno dandogli l’illusione di un morso goloso quando invece si becca solo un amo in bocca? In questo lo spinning è davvero crudele! Almeno il pesce, rimediando un vermino, potrebbe pensare: “Bè, me la sono vista brutta ma ne valeva la pena!” È come portare al parco giochi un bambino e dirgli: mi spiace, ma tu non puoi fare nessuna giostra. Quanto infame puoi essere da uno a dieci?!?

Riassumendo ci sono: soldi spesi in abbigliamento tecnico, soldi spesi in canne e mulinelli (tantissimi), soldi spesi in artificiali (non li conto più)…attrezzatura per ogni ambiente, per ogni tipo di acqua, fiume, condizione meteorologica, fascia oraria…uno sproposito di artiglieria per qualche ora settimanale di lussurioso godimento alieutico! A questo punto a me, cresciuta negli anni ’80 e col mito dei cartoni animati, sorge naturale una domanda. Ma allora Sampei come faceva a pescare “il salmone più gigante del Canadà” con le infradito e una canna di bambù?!?

Forse, dico forse perché è solo un sospetto, la sapeva moooooolto più lunga lui con la sua cannina…



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :