PESCARA. Ora si fa sul serio: fra poco più di trenta giorni, quello che è ancora un insieme di ruspe, transenne e strutture per i sottoservizi, deve trasformarsi in un tratto di strada moderno e funzionale a servizio dell’asse centrale. Sulla riqualificazione di corso Vittorio Emanuele II si gioca forse la scommessa più delicata dell’amministrazione Mascia che, a poche settimane dalla tornata elettorale, cerca di stringere i tempi per dare una risposta al malumore dei commercianti della zona, fortemente contrariati dopo l’apertura del cantiere e la chiusura al traffico da via Trieste a Corso Umberto. L’architetto Antonio Milillo, direttore operativo dei lavori, di corse contro il tempo se ne intende: dagli interventi urgenti di messa in sicurezza dopo il sisma aquilano, alla volata per riconsegnare i lavori dello stadio Adriatico in tempo per i Giochi del Mediterraneo.
GIRO DI VITE. Una sfida importante anche per la Favullo Costruzioni che sta portando avanti i lavori, dal costo complessivo di 1,7 milioni, praticamente anticipando tutte le spese. In ogni caso, la presenza di operai nel cantiere è raddoppiata da qualche tempo e si va alla massima velocità. «Il primo intoppo», spiega Milillo, «lo abbiamo avuto nella fase della rottura dell’asfalto preesistente. Scendendo di 50 centimetri rispetto al piano stradale abbiamo trovato vari strati di calcestruzzo che va smaltito con una procedura tutta particolare. Un sistema analogo a quello previsto per la rimozione delle macerie dei crolli del terremoto aquilano».
I MARCIAPIEDI. A metà del mese scorso, hanno iniziato a lavorare anche i posatori per installare i cubetti di porfido dei mosaici carrabili previsti dalle carte di progetto. Elementi come questi daranno un aspetto completamente nuovo a questo tratto di corso. Un lato del marciapiedi, quello più vicino al mare, ha già preso forma, tra mattonelle e figure geometriche che lasciano intravedere quel gioco di fasce colorate di asfalto che attraverserà le due carreggiate. Su ciascun lato sono stati realizzati circa 3 metri e mezzo di marciapiedi, la cui pavimentazione è intervallata da vasche triangolari: diventeranno, alternativamente, fioriere e fontane. Mentre nei cilindri rialzati a metà Corso verranno messe a dimora alcune piante.
Quasi completata anche la fontana principale, nei pressi di corso Umberto, con giochi d’acqua e di luce. «Un sistema specifico di captazione dell’acqua», spiega Mililli, «verrà installato a servizio di tutte le vasche, senza quindi andare a incidere sui sottoservizi già esistenti. A proposito di sottoservizi, il lavoro si concentra sul marciapiedi lato montagna per garantire un sistema di impianti analogo a quello già realizzato. La tabella di marcia prevede che i marciapiedi siano completati entro l’ultima settimana di aprile.
LE CARREGGIATE. La parte forse più interessante del progetto riguarda le carreggiate. La scelta della pedonalizzazione sarà appannaggio dell’amministrazione cittadina che uscirà fuori dalla prossima tornata elettorale. In ogni caso, il progetto esecutivo prevede due carreggiate da quattro metri ciascuna. «Possono passarci gli autobus o le vetture autorizzate di un’eventuale Zona a traffico linitato», spiega l’architetto. «Ma il tipo di asfalto colorato e i suoi disegni si adattano perfettamente alle esigenze di pedoni e ciclisti». Categorie, queste, di utenti della strada che per il momento sembrano convivere a fatica nella parte del Corso al di fuori delle transenne del cantiere: nello spazio di 2-3 metri vedi sfrecciare biciclette – talvolta anche motorini – tra la gente che si fa strada con zaini e borse da shopping. «Non potevamo fare diversamente dal richiedere la chiusura al traffico del tratto di Corso Vittorio interessato dai lavori», chiarisce l’architetto. «Questo, per noi, è l’unico modo per velocizzare un piano di interventi che, in condizioni normali andrebbe portato avanti in sette mesi. Noi siamo al lavoro da gennaio e contiamo di rispettare la scadenza della prima settimana di maggio». Per questo motivo, l’impresa ha realizzato, con la segnaletica stradale provvisoria, due bretelle per incanalare il traffico su percorsi dedicati.
«Le difficoltà maggiori nel tenere aperta parzialmente la strada», sottolinea Mililli, «avrebbero riguardato la gestione di tutti i sottoservizi interessati». Inevitabili i disagi al traffico in quel tratto cittadino, con conseguenti proteste da parte delle persone che vivono e lavorano in zona. «Più velocemente riusciremo a lavorare», conclude l’architetto, «minori saranno i disagi per tutti».
di Fabio Iuliano – fonte il Centro