Quindi, forse, per la prima volta mi sono veramente reso conto di come sia ingiusto questo sistema che non permette ai pesci piccoli, alle piccole librerie e alle piccole case editrici, di poter continuare a fare il proprio mestiere.
Ho notato anche che questo malessere è direttamente proporzionale alla passione: maggiore è la passione per il proprio lavoro, maggiore è il malessere.
Forse di tutto questo non ce ne rendiamo veramente conto perché ai più bastano i best sellers per sopravvivere alla fame di lettura.
Eppure quando questa bibliodiversità verrà meno capiremo cosa abbiamo perso, in termini umani, di crescita culturale personale e collettiva.
Le pastoie per una piccola casa editrice e per una piccola libreria sono tante: dall'impossibilità di fare sconti elevati e concorrere con case editrici più grandi, all'impossibilità di leggere un proprio libro gratuitamente, senza pagare nessuna tassa alla SIAE. Sono tante piccole spese che per un'impresa piccola, a volte a conduzione familiare, fanno la differenza. Basterebbe toglierle, basterebbe dire: da oggi potete vendere libri dove volete senza altre licenze, da oggi potete fare reading pubblici senza pagare tasse alle SIAE, da oggi potete fare anche voi sconti del 30%, la differenza magari ce la mette lo stato. In fondo le tasse dovrebbero servire anche a questo e non soltanto per pagare la benzina alle auto blu.