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E poi ti capitano tra le mani libri di autori fino ad ora sconosciuti, editi da case editrici altrettanto sconosciute (almeno per me, ovviamente) e ti domandi come sia possibile che delle storie così belle siano state lette da così poche persone. E' più o meno questa ciò che si prova non appena si chiude "Pesci poeti e cari ricordi" di Sherwood Kiraly. Anche se in realtà, la sensazione di stare leggendo qualcosa di bello si ha già dalle prime pagine e poi prosegue per tutta la lettura, che scorre via veloce, talmente ti conquista.
In questo si trova una galleria di personaggi più o meno bislacchi che si ritrovano tutti uniti in un'avventura che ha del picaresco, il cui obiettivo finale è quello di vendere una vecchia figurina di un grande campione di baseball del passato. Quello è l'unico modo per permettere allo zio Rollie di non venire rinchiuso nell'istituto in cui sua cognata lo vuole ricoverare per via della sua sempre più marcata mancanza di memoria e per la sua distrazione. Per lui sarebbe una vera tragedia però, perché non potrebbe più continuare con il suo lavoro di editor per i pesci scrittori, un'occupazione che però non gli sta fruttando molto, non tanto perché i pesci non collaborano quanto perché nessuno è disposto a prendere sul serio le loro composizioni. Insomma, tutti in paese lo considerano un po' suonato. Verrà in suo aiuto il nipote Cooper, che ha lasciato il paese per andare in cerca di soddisfazioni lavorative in quel di Chicago, dove però, a seguito di una rissa e di relativa botta in testa, anche lui ha perso un po' di memoria e soprattutto sé stesso. Lo zio Rollie convincerà Cooper a cercare di vendere per lui la figurina a Chicago, salvo poi decidere di accompagnarlo in questo viaggio. Offrirà loro un passaggio in città Charlotte, ex fiamma di Cooper che si è appena separata dal marito, e il figlio Dillon. E una volta arrivati a Chicago, al gruppetto succederà tutta una serie di rocambolesche avventure con conseguenze più o meno gravi, fino all'immancabile quanto combattuto lieto fine.
E' un libro molto divertente e piacevole da leggere, soprattutto grazie ai due personaggi maschili: lo zio Rollie, un vecchino simpatico che fatica ad ammettere di aver bisogno di qualcuno accanto ma che allo stesso tempo quando vuole è molto, molto indipendente, e il nipote Cooper, che ha sempre visto lo zio come "il donatore di figurine che ammiravo da bambino" e che riuscirà proprio grazie all'aiuto dell'uomo a rimettere in sesto la sua vita andata un po' troppo alla deriva.
Bisogna ammettere che certi situazioni descritte a volte rasentano l'assurdo e l'incredibile, ma questo è assolutamente voluto e funzionale alla storia, perché fa capire che non sempre le soluzioni più sensate sono quelle più giuste. A volte bisogna semplicemente credere e lasciarsi andare. Perché non solo i pesci possono scrivere poesie, ma se vogliono possono addirittura copiarle.
Una piacevolissima scoperta, una leggera e spensierata ma con una certa poesia che consiglio davvero a tutti!
Nota alla traduzione: a parte qualche stonatura nella traduzione dei proverbi e il cambi drastico nel titolo (l'originale è "Diminished capacity") direi che è fatta abbastanza bene.
Titolo: Pesci poeti e cari ricordi Autore: Sherwood Kiraly Traduttore: Ilaria Tarasconi Pagine: 250 Anno di pubblicazione: 2011 Editore: 66thand2nd ISBN: 978-8896538197 Prezzo di copertina: 16,00€ Acquista su Amazon: formato brossura: Pesci poeti e cari ricordi
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