Enrico Pandiani, Rizzoli, Ed. 2012
“I tuoi occhi si chiusero come due ali grigie, mentr’io seguo l’acqua che porti e che mi porta: la notte, il mondo, il vento dipanano il loro destino, e senza te ormai non sono che il tuo sogno solo”
Occhi come portali ed un passato che vi scruta attraverso. Occhi levati, come quel famoso indice al cielo di pascoliana memoria, a puntare i colpevoli. Così remoti, lontani nel passato, da cullare nel ricordo e bruciare nella vendetta l’integrità d’anima dello stesso vendicatore. Sotto quello sguardo, affisso in immagine, su un albero o in un fienile , si consumano efferati omicidi con mezzi anacronistici. Occhi che assistono immobili mani febbrili che snodano un nastro sinfonico di polvere, sangue e morte sul tetto, sul cofano, sulle portiere lucenti dell’auto del senatore Vigoreaux. Spegnendo nel tambureggiare di una vetusta mitragliatrice Browing calibro 50, le vite dei tre occupanti. Mani, come guanti di sfida, che depositano religiosamente sull’otturatore appena tacitato, un piccolo elefante di plastica. Chi non ricorda di aver almeno una volta visto, anche di sfuggita, il simpatico Babar, re degli elefanti di Celestopoli nelle sue avventure fiabesche in televisione o nei libri a fumetti per bambini?..E’ la sua allegra statuina che si troverà a stringere tra le mani il commissario Mordenti su quella scena del delitto e sulle successive.
Babar e quegli occhi che scrutano da un lontano passato. Un bel rompicapo per il capo de Les Italiens , questa volta con la sola compagnia di Alain a condurre l’indagine nella cittadina di Barbizon. L’ultima guerra mondiale e i suoi fantasmi: volenterosi carnefici “aiutati” a sparire oltreoceano prima della capitolazione finale, piloti americani abbattuti da un’improbabile antiaerea, la ricca famiglia ebrea Dreyfuss ( un cognome che , credo non a caso, richiama quel famoso “affair” nel lontano 1894 ) “dispersa” nel fumo di uno dei tanti camini di Adolf, partigiani e spie e su tutto la sempre infinita ingordigia e prevaricazione dell’essere umano. Mentre il piombo del passato dilania vite e ricchezze presenti sottratte con l’inganno e cementate in segreti inconfessati, l’indagine sembra arenarsi ed arrendersi perdendosi in sempre più piccoli vicoli ciechi. Sembra appunto, ma le “celluline grigie” del nostro commissario incessantemente lavorano.
Seppur facendo i conti con l’attrazione irresistibile per Mai Linh ( e come non pensarlo , la donna più improbabile come possibile compagna di viaggio) e uno scanzonato flertare con l’agente Delphine, Mordenti setaccerà ogni indizio, tenacemente come il suo cognome sembra suggerire, dividendo la pula dal grano ed arrivando alla soluzione ed ai colpevoli in un finale inaspettato e straordinario. Pandiani in questo quarto romanzo ( ricordiamo i precedenti : Les Italiens, Troppo Piombo e Lezioni di Tenebra ) , lasciando per così dire ” a riposo ” il resto della squadra de Les Italiens, dipinge ancor più profondamente il suo commissario e in tal modo che, seppure ci si avvicina nella lettura a “Pessime scuse per un massacro” senza aver cronologicamente conosciuto i precedenti, chiunque può rimanere (a parer mio rimane) colpito ed avvinto a questa figura scanzonata, ironica ed autoironica, di intelligenza ed acume rari ed ugualmente umanamente simile a chiunque di noi. Non solo la trama, il modus di indagine ma anche la stessa “atmosfera” che si respira in questo gioiello poliziesco, a mio personale parere, riporta alla mente film gialli francesi, il Maigret di Simenon o il poliziotto della brigata criminale interpretato da Jean-Paul Belmondo.
La crudeltà dell’uomo, la fragile seppur terribile consistenza della vendetta, l’effimero fiore del sentimento quando si lascia travolgere da egoismo o paure, le scuse troppe volte di comodo e pessime che nascondono un animo che non ha nulla di eroico..sono tutte qui a farsi respirare in ogni parola, ma nonostante tutto quel che resta chiudendo il libro non è un buio di ineluttabilità che ti assale, piuttosto, una malinconia impercettibile smorzata dalla sicurezza di un nuovo affetto appena nato, la sicurezza che da qualche parte nel mondo ci sono luci che fugano quel nero compatto frantumandolo un pezzettino alla volta. Mordenti è una di quelle luci.
Articolo di Daniela Contini Di Corpi Freddi – Itinerari Noir
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