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Pessimo

Creato il 20 settembre 2011 da Lipesquisquit
(autoplagio n°5, post del 4 novembre 2009)

C’è stato un periodo in cui ero giovane e ascoltavo musica da giovani con spirito da giovane, perché poi quando cresci non è la stessa cosa. Da giovane ascolti un super brano rock e pensi alla vita magnifica e piena di cose fighissime che fa quella tale rockstar, o a quale scandaloso genio musicale potesse avere in corpo, mentre da grande ti ritrovi a pensare a chissà se anche le rockstar hanno un mutuo, chissà se evadono il fisco, chissà se hanno mai pensato di fare un lavoro vero.E insomma, andavo alla grande, cercavo roba figa, ascoltavo addirittura, col massimo impegno, i Pink Floyd, proprio io che di musica seria non ci capisco un cazzo, ma un cazzo davvero, io che fino a un attimo prima ammiravo il percorso musicale di Gigi D’Agostino, io che in passato ero convinto che prima o poi la musica sarebbe finita, perché, insomma, verrà il giorno in cui le combinazioni delle note le avranno suonate tutte e resusciterà Jim Morrison per dire che la musica è finita e this is the end my friend, io che ti passo da Pachelbel ai Rotterdam Terror Corps come se niente fosse, io che ho detestato e detesto ancora i Nirvana e sono bastardamente contento che Kurt Cobain sia morto, ecco: uno come me, con la sensibilità musicale di un vermone di Tremors, ascoltava i Pink Floyd.

E mica era un cd, o robetta campionata al pc così come viene, messa su internet e scaricata illegalmente, macchè, serio fino in fondo: avevo il disco in vinile di “The wall”, qualcosa di sacro per certa gente. Ero fighissimo, cristo, in quei primi anni duemila che sapevano di fantascienza e di terrorismo io ascoltavo un vinile dei Pink Floyd, pensa che roba. Con un po’ di pazienza e di effetto Placebo addirittura dopo un po’ sentivo anche la differenza dal suono digitale.Che poi quello non era un qualunque vinile di “The wall”, aveva tutta una storia, faceva proprio parte della mia famiglia. Quel disco l'aveva regalato un secolo fa il giovanissimo Orion alla giovanissima sorella del Sergente per il suo compleanno, scrivendole anche una dedica sulla copertina (cioè, ci rendiamo conto? “The wall”, in vinile, autografato da Orion); lo aveva regalato alla sorella, in realtà puntando al Sergente, in base alla sottile tattica trasversale del "intanto faccio lo stupido con tua sorella, così poi ti ingelosisci, litigate fino alla morte per me e solo per me, la prossima volta che usciremo tu sarai affranta perchè hai insultato e picchiato tua sorella per uno stupido uomo, però sarai combattuta perché in fondo ti sta bene così, e insomma pizzicando le corde giuste ti avrò, ti sposerò, e finalmente mi darai il figlio maschio più cazzuto della Terra, non studierà un cazzo, lo porterò a giocare a pallone finchè diventerà il capitano dell’Inter, vincerà diciotto Champions League da solo, poi sempre con l’Inter vincerà i mondiali, tutti, poi andremo anche a caccia, sempre, ventiquattro ore al giorno a caccia, dormiremo sugli alberi, lui ucciderà cinghiali a pallonate, e infine davanti alla foresta incontaminata gli dirò: figliolo, un giorno tutto questo sarà tuo".
Le cose sono andate più o meno così, e comunque alla fine quel disco in vinile, non ho mai capito perché, ma mia zia non se lo è mai preso, è rimasto sempre in questa casa, me lo ricordo da sempre, è sempre stato lì vicino allo stereo, questo coso quadrato con un muro disegnato che mi ricordava sempre il video angosciante di “Another brick in the wall” che avevo visto da piccolo. Era pazzesco, c’erano tanti di quei significati, di storie e di ricordi in quel vinile che per me era un onore ascoltarlo, ma un onore vero, proprio nel senso dei samurai quando facevano harakiri e poi si facevano decapitare dal nemico prediletto.Si, ecco, era veramente una sega e una sofferenza, però onorevole, perchè non capivo assolutamente niente della grandezza dei Pink Floyd, alcune cose mi sembravano ridicole, mi dicevo sempre che all'epoca piacevano a tutti perchè erano gli anni '70 ed erano tutti strafatti e avrebbero scambiato per roba seria anche una gara di rutti, però cercavo in tutti i modi di trattenere il mio giudizio ignorantissimo, mi dicevo “no, no, zitto, ancora non capisci un cazzo, ascolta e pentiti, l’illuminazione arriverà”.Ci credevo, porco cane, ci credevo tantissimo, e insomma, ascolta oggi, ascolta domani, sapete cosa è successo alla fine?Ho perso il vinile.

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