Io e Montalbano, a cena, non avremmo molto da dirci. Saremmo entrambi troppo intenti a mangiare e divorare tutto quello che ci troviamo nel piatto, visto che per via di gusti culinari andiamo perfettamente d’accordo. Anche quella di stasera, come i pirciati di qualche mese fa, è una delle ricette tanto amate dal commissario di Vigata, estrapolata da Nivuro di Siccia, una raccolta di ricette ispirate alle avventure del più astuto commissario siciliano.
«Chioviva a leggio quanno fermò davanti alla trattoria. Pisci frisco ancora non ce n’era, ma Enzo gli portò ‘n tavola per primo pasta col pesto trapanisi e per secunno piscitoccu [ndt: stoccafisso] alla ghiotta, secunno l’antica ricetta misinisi. Tutto sommato, Montalbano non se la sentì di lamentiarisi macari si non aviva particolare ‘nclinazioni per il piscistoccu.»
(Andrea Camilleri – Le ali della sfinge)
Ingredienti (per 2 persone)
- 3 pomodori maturi
- 1 mazzetto di basilico
- 25 gr di mandorle sgusciate, pelate e tostate
- 20 gr di pangrattato
- 1 spicchio d’aglio
- olio EVO
- sale
- pepe
- 130 gr pasta corta
Preparazione
Sbucciate i pomodori e privateli dei semi. Tagliateli a pezzi e pestateli in un mortaio con le foglie di basilico, l’aglio, poco sale e pepe. Quando la salsa sarà ben amalgamata aggiungete l’olio e le mandorle tritate molto finemente. A parte, in una padella, fare dorare il pangrattato. Una volta cotta la pasta scolatela e conditela con il pesto. Mettetela nel piatto di portata, cospargendola con il pangrattato.
Io che adoro i primi l’ho già inserito nel mio ricettario. E voi?