Petali di Marta: l'amore secondo Cinzia Alibrandi

Creato il 23 gennaio 2014 da Harimag

Continua la collaborazione tra la “scrittora” Cinzia Alibrandi e il mecenate d’arte Antonio Presti che, riconosciuto il valore artistico della sua scrittura, l’ha voluta ancora una volta qui a Catania sabato 25 gennaio alle ore 18.00 alla Casa d’Arte Stesicorea, sita in piazza Stesicoro 15. A vestire la vincitrice della XXI edizione del Premio Sicilia in occasione della presentazione della sua seconda fatica letteraria “Petali di Marta”, la nostra fashion designer Valentina Santagati che esporrà inoltre alcuni dei suoi capi per un evento che fonderà moda, arte e letteratura. 

A pochi giorni dall’evento, determinata e sorridente, Cinzia ci concede un assaggio di quello che si preannuncia un appuntamento imperdibile.

  • Di ritorno a Catania dopo il successo del suo primo libro, “Anna e i suoi miracoli”. Com’è cambiata Cinzia Alibrandi in questi anni?

E’ cambiata in tutto. Perché lo scrivere è diventato una professione e perché in questi ultimi tre anni ho girato tantissimo per promuovere le mie due creature. Perché i libri sono davvero come figli di carta invece che di carne, come scrive Pinketts nella sua bellissima prefazione a “Petali di Marta”.

  • Anna era una donna debole e volitiva, intrappolata in un matrimonio ormai finito con un uomo più giovane. Marta invece? Cosa accumuna e cosa differenzia queste due donne? Cosa c’è di Cinzia in ognuna di loro?

Sono diverse in tutto. Intanto l'età: Anna è donna fatta, Marta da fare. Eppure entrambe perdono il grande amore. Solo che per Marta c'è tempo da consumare, per Anna l'orologio biologico si sta esaurendo. Di me c'è che ne sono la madre: le ha partorite la mia penna e i milioni di fatti, racconti, esperienze che hanno attraversato la mia vita. Chi scrive legge dal grande libro della vita: è un dono.

  • Da dove nasce il titolo “Petali di Marta”? A chi è dedicato il suo libro e perché?

“Petali di Marta” è il titolo dato da Andrea G. Pinketts, sono gli amori sfogliati dalla grande margherita della vita. Ogni petalo un incontro, ahimè finito male. Il libro è dedicato a mio figlio che ho preso come testimone della gioventù che amo, perché non la ho più ma ne conosco tutti i percorsi. E ai giovani dico 'non mollate, i tempi sono duri ma dovete fare muro contro le difficoltà’. In questo il mecenate Antonio Presti è un grande esempio.

Cinzia Alibrandi insieme al mecenate d’arte Antonio Presti 

  • Il primo libro era ambientato nel mondo della moda e, tra i protagonisti, c’erano l’amore e la Sicilia. Ne “Petali di Marta” che ruolo ha la sua terra? E l’amore?

“Petali di Marta” è ambientato a Roma con un salto in Africa. Si accenna a un Sud non bene identificato. Qui la mia terra d'origine è stata sostituita dalla ricerca di un nuovo approdo.

  • La copertina del libro è tratta dalla mostra “Le rêve dans un rêve” della fotografa parigina Agnes Spaak. L’amore per l’arte non l’abbandona, a quanto vedo!

Agnes Spaak è un'amica e mi ha donato una copertina stupenda ed evocativa pure del titolo. È stata con me e Pinketts alla presentazione milanese ed ha un glam tutto francese.

  • Si dice che le presentazioni dei suoi libri siano delle vere e proprie messe in scena, che coinvolgono il pubblico in un vortice di sensazioni inattese. La recitazione, dunque, continua a far parte della sua vita! 

Le mie presentazioni sono delle vere e proprie performance in cui recupero il mio passato attoriale. Ma piacciono perché il pubblico sente che c'è verità.

  • L’abito realizzato per lei da Serena Moschetto per la presentazione del suo primo libro le ha portato fortuna. Questa volta però a vestirla sarà Valentina Santagati. Cosa l’ha attirata dello stile della nostra fashion designer?

Io credo che un vestito debba essere abitato da una donna, indipendentemente dall'essere una modella; bisogna che ci sia una sinergia tra un corpo e un tessuto che si anima. La Santagati si ispira alla bellezza del nostro Mediterraneo e mi ha evocato un amore viscerale per la mia terra. Pensandoci anche l’abito di Serena Moschetto è stato evocativo: il collo era fatto di una serie di petali, davvero particolare e personalissimo.

Cinzia Alibrandi vestita da Serena Moschetto in occasione della presentazione di “Anna e i suoi miracoli”, dicembre 2011

  • Il 1 giugno ritirerà il Premio Sicilia giunto alla sua 21^edizione, come vincitrice per la ‘Sezione Letteratura’. Ci racconti le emozioni legate a questa esperienza!

Vincere un premio è una gioia immensa perché si codifica un riconoscimento. Davvero ne sono orgogliosa e felice.

  • Qual è il messaggio che vuole lanciare con questo suo secondo libro?

L'amore è mancanza e se non ami te stesso non troverai amore. Brutale ma vero. E poi di imparare a soffrire. Marta attraversa prove forti ma l'amore deve temprare: diversamente è sciupare energie. Non è facile specie per le donne. In amore siamo da sempre l'anello debole della catena.

  • Cosa aspetta Cinzia Alibrandi dopo la presentazione del suo “Petali di Marta” alla Casa d’Arte Stesicorea di Catania?

Dopo Catania il Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, mi aprirà la Sala degli Affreschi. Una presentazione che farebbe tremare i polsi a scrittori di fama internazionale… figuriamoci alla “scrittora”!


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