Rio Paraguai passando pelo centro da cidade de Cáceres-MT (Photo credit: Wikipedia)
Peter Fleming (Londra, 1907-71), il fratello maggiore di Ian. Quello di James Bond, ovviamente. Lui e Ian erano figli di un politico importante, scomparso durante la Prima Guerra Mondiale. Fleming raccontò le sue disavventure in giro per il mondo in libri che riescono a conciliare un po’ di necessaria suspense con dosi abbondanti di ironia, il classico tocco all’inglese che ci aspetterebbe da un signore di inizio novecento, con tutto quel popò di Impero alle spalle. Per chi ama i romanzi di Evelyn Waugh, verrebbe da dire!
“quando fummo tornati all’albergo ci dissero che c’era stata una rivoluzione… Ne eravamo un poco seccati. E anche un po’ irritati. Nessuno di noi aveva avuto esperienza di rivoluzioni prima di allora…”
Durante la Seconda guerra mondiale il nostro entrerà a far parte delle segretissime «Auxiliary Units» create per contrastare l’occupazione del Regno Unito da parte dei nazisti. Alla testa di un gruppo di intervento speciale, in Grecia e in Norvegia farà saltare in aria autobus imbottiti di bombe esplosive, riuscirà a portare a casa la pelle sopravvivendo a incursioni aeree e a naufragi. Dal 1942 sarà a capo della Divisione «D» per il Sud-est asiatico, incaricata di «creare diversivi per ingannare il nemico, falsificando dispacci e diffondendo informazioni errate e fuorvianti».
Se riusciremo ad accogliere degnamente questo testo, potremo continuare con altre avventure in Manciuria, Cina e Kashmir…. Diamoci da fare!
Peter Fleming,
Avventura brasiliana, Nutrimenti
Traduzione e postfazione di Francesca Valente
Nel 1932 Peter Fleming, un brillante ex studente di Eton di ventiquattro anni, decide di rispondere a un annuncio sul Times per partecipare a una strampalata spedizione nel Mato Grosso alla ricerca di un altrettanto strampalato esploratore, il colonnello Percy H. Fawcett, svanito in quell’impenetrabile foresta da sette anni, mentre era alla ricerca di una presunta civiltà scomparsa. Le ultime notizie lo dicevano prigioniero di una tribù di indios. Quasi certamente, però, era stato massacrato insieme ai due compagni, fra i quali suo figlio, in qualche punto fra i fiumi Xingu e Araguaia, nella Serra do Roncador. Nella sua storia curiosa e romantica c’era parecchio materiale per far innamorare uno spirito avventuroso.
Considerato un classico dei libri di viaggio del Novecento, Avventura brasiliana non è affatto un semplice resoconto, ma un’irresistibile mescolanza di generi: dalla spy story al romanzo umoristico, dal saggio antropologico non ortodosso al teatro shakespeariano al cinema. Va detto che la spedizione britannica alla ricerca di Fawcett manca da subito il suo obiettivo primario. Del visionario colonnello non troverà tracce o testimonianze. Ben presto, il viaggio si trasforma in un forsennato attraversamento dell’Amazzonia contro l’antagonista di Fleming, l’odiatissimo maggiore Pingle, per raggiungere in tempo il piroscafo che lo ricondurrà in Gran Bretagna. Il racconto di Fleming offre al lettore moderno lo sguardo “spassionato e cauto” di un dandy nel Mato Grosso, alle prese con animali esotici e compagni di viaggio improbabili: una sorta di decalogo dello straniamento, del trovarsi protagonista e osservatore in un mondo se non ostile certamente inappropriato.
È questo l’esordio in letteratura di Fleming, autore di altri magnifici libri di viaggio, e agente segreto durante la Seconda guerra mondiale. Venticinque anni dopo la spedizione in Brasile, il fratello minore di Peter, Ian, inventerà un personaggio mitico della letteratura d’evasione: James Bond, l’agente con licenza di uccidere, disegnandolo su molte delle idiosincrasie, dei tratti distintivi e delle imprese avventurose dell’allora più famoso Peter. Anche Peter tornò più vivo che mai da una missione, dopo che la famiglia aveva appreso la notizia della sua morte da un necrologio. E come Bond, anche Peter era carismatico, colto e raffinato, imperturbabile perfino davanti a un centinaio di alligatori. Al lettore odierno verrà facile sovrapporre le fattezze dell’esploratore dandy a quelle della spia al servizio di Sua Maestà britannica.
Peter Fleming (1907-1971) è stato autore, tra l’altro, di One’s Company. A Journey to China in 1933, diario di un’esplorazione in Manciuria, e News from Tartary, resoconto di un viaggio di sette mesi attraverso i deserti della Cina e il Kashmir. Pubblicò anche il romanzo umoristico The Flying Visit e la spy story The Sixth Column.