Peter Pan all'ospedale
Da Cristiano
@sosmammo
Nella piazzetta ormai divenuta familiare per le battaglie con i coriandoli, dopo una lunga attesa per il vestito di carnevale introvabile, sabato Dodokko aveva finalmente potuto indossare la sua maschera di Peter Pan. Aveva combattuto con una spada rosa con tutti i bambini che aveva incontrato e che avevano armi come la sua: un palloncino tubolare gonfiato da un clown di strada e acquistato per un euro.Dodokko si sentiva forte come un leone nel suo abito verde e io ero quasi più felice di lui nel vederlo tanto allegro e combattivo, mentre dava vita al suo sogno sull'Isola che non c'è.Siamo rimasti a giocare in piazzetta fino a sera e poi, dopo una giornata di gloria, siamo tornati a casa. Dodokko ha cenato con un grande appetito e, poco dopo, siamo andati a dormire. Verso le due i primi colpi di tosse, un rumore gutturale mai udito prima, e la febbre a 38 e mezzo. Sciroppo antipiretico e il giorno dopo contattiamo la pediatra, la quale ci dice di passare in ospedale, dove è di turno e dove lo visiterà.L'appuntamento è alle 14 e, prima di uscire, Dodokko vuole vestire di nuovo gli abiti di Peter Pan. Passiamo per il Pronto Soccorso e, dopo un'attesa di due ore, la dottoressa lo visita. Gli ausculta il torace e lo manda a fare una radiografia per sospetta polmonite. Peter Pan si fa fare 'la foto', mentre i medici e gli infermieri che incontra scherzano in continuazione e gli fanno i complimenti per il suo vestito. L'esito della lastra, però, non è divertente e la diagnosi è che mio figlio ha la scissurite, un'infiammazione della pleura negli spazi fra i lobi polmonari. La pediatra ci consiglia il ricovero di Peter Pan. Il quale, sia nei libri che nei cartoni animati, a dire il vero non mette mai piede in ospedale. Perché se ciò fosse avvenuto, il folletto avrebbe necessariamente dovuto crescere, rinunciando per sempre al suo sogno di vivere in un'eterna e spensierata fanciullezza.La malattia infatti è sempre un prova dura contro cui i bambini si scontrano, anche se ogni ansia la vivono soprattutto i genitori, i quali cercano di celare in tutti i modi le loro apprensioni. La malattia dovrebbe essere un faccenda da adulti soltanto e in gran parte lo è, anche quando sono i figli a essere ammalati, perché è sui primi che ne ricade il peso ogni istante che cercano di alleggerire i figli con mille rassicurazioni.E devo dire che Dodokko, che non ha ancora compiuto 4 anni, mi ha sorpreso ancora una volta per come ha saputo affrontare la sua degenza di nove giorni in ospedale, per quanto è stato bravo a prendere tutte le medicine e anche a farsi fare le punture ogni sera e i prelievi per le analisi. Io non l'ho mai lodato così, pubblicamente, ma devo ammettere che è un bambino meraviglioso, e non lo dico perché è mio figlio ma perché si è comportato in maniera davvero eccezionale in ospedale, senza mai lamentarsi troppo e senza fare mai troppi capricci. Direi che ho scoperto un Dodokko nuovo nei giorni passati, maturo quanto un adulto e forse anche di più di molte persone grandi, che quando stanno male passano il tempo a lamentarsi dei loro acciacchi, come se la sorte si fosse accanita e se la prendesse soltanto con loro. Altro che Peter Pan! Dodokko in ospedale è stato saggio in modo impressionante e ha dimostrato di non essere affatto quel bambino "viziato" che qualcuno in passato non ha esitato sbrigativamente a bollare come tale, magari soltanto dopo aver assistito a un normalissimo capriccio. No, mio figlio mi ha dimostrato di aver capito che a volte può anche disobbedire di fronte a una richiesta poco importante, ma che non si discute quando la faccenda è seria e quando è in gioco la salute. E mi ha anche dato la conferma che il nostro rapporto, basato da sempre sul dialogo, si è dimostrato essere una scelta coraggiosa, perché presa fra mille obiezioni, e di certo vincente.
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