Pochi giorni fa è stata approvata una legge che ha, per qualche oscuro motivo, messo d'accordo maggioranza ed opposizione, la legge in questione prevede il divieto di vendere libri a sconti maggiori del 15%.
Visto che, personalmente (ma come me ci sono milioni di persone), sono potuta entrare in contatto con grandi opere culturali, ritenute d'elite (sopratutto per i prezzi proibitivi), solo ed esclusivamente grazie alle offerte speciali e agli sconti che alcuni siti propongono, mi sento particolarmente colpita da questa decisione.
Non ho letto la legge ma so qual'è il suo scopo "ufficiale", quello di proteggere i piccoli editori e i piccoli negozi indipendenti dall'avvento delle grandi catene e dei siti che propongono prezzi concorrenziali, è inutile dire che la situazione mi sembra del tutto surreale visto e considerato che la nostra è una società in cui sono le multinazionali a fare da padrone e da sempre le grandi aziende divorano le più piccole senza che nessuno muova un dito a riguardo.
Io non amo le multinazionali e per me va bene cambiare le cose, l'unica cosa che mi chiedo è perchè si è deciso di cominciare proprio dai libri? quella libraria è una fetta tra le più importanti dell'economia italiana? io direi di no, io direi che i libri costano troppo anche da scontati visto che la cultura è un diritto e non un privilegio per pochi.
Se vi può interessare amazon.it ha indetto un mese di sconti del 40% fino alla data di attuazione della legge (il 1/09), se volete un consiglio spassionato fate man bassa di libri e se volete firmate anche questa petizione per cercare di bloccare qualcosa.
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