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Petrobrás: debito colossale

Creato il 06 marzo 2011 da Giancarlo

Petrobrás: debito colossale

I prestiti della Petrobrás nei confronti delle banche BNDES, BB e Caixa corrispondono a circa il 40% dell'indebitamento totale della compagnia statale, che giunse alla stratosferica cifra di R$ 119,9 miliardi nel 2010. Nell'anno 2006 era la Petrobrás che vantava crediti di 2,5 miliardi nei confronti delle banche. Se non è un crack poco ci manca.
Negli ultimi tre anni la Petrobrás ha succhiato dalle banche pubbliche R$ 46 miliardi, soldi che dovenano servire per la sanità pubblica, le fognature, le case, le strade e le infrastrutture in generale. E con questi soldi che paga la maggior parte degli investimenti di R$ 76,4 miliardi, fatti nel 2010, contro i 16,5 del 2006. Infine la sostenibilità dell'impresa è una frottola, poiché essa dipende sempre più dal Tesoro Nazionale.
Dai 2,5 miliardi di credito del 2006 ai quasi 50 miliardi di debito odierni gli specialisti traggono conclusioni poco rosee per la grande impresa statale, questa drastica mutazione di rotta lascia critici gli specialisti: "Una impresa della portata della Petrobrás non dovrebbe ricorrere alle banche pubbliche, perché può prelevare risorse da altri settori dell'economia" afferma Aderiano Pires, direttore del Centro Brasileiro de Infraestrutura (CBIE). BNDES, BB e Caixa negano che, a causa dei prestiti della Petrobrás manchino risorse per le altre imprese del gruppo.
A dire del portavoce della Petrobrás, l'indebitamento crescente riflette l'appetito per nuovi progetti. Negli ultimi 4 anni, gli invenstimenti della Petrobrás si sono più che quadruplicati, salendo dai 16,6 miliardi del 2006 ai 76,4 miliardi del 2010.
La motivazione principale per questa fame di soldi della Petrobrás, deriva dalla scoperta del "pre-sal", dove dovrebbero trovarsi giacimenti petroliferi immensi, ma che non potranno produrre guadagno per almeno dieci anni, anche se i grandi petrolieri del mondo, che avevano iniziano varie prospezioni nella regione, alla chetichella, si stanno defilando, non ritenendo economicamente valido il cosiddetto petrolio "pre-sal".

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