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Petrolio, è battaglia sui prezzi

Da Pukos
Petrolio, è battaglia sui prezzi

Il prezzo del petrolio greggio continua a scendere. Una significativa rappresentazione di questo calo è data dal prezzo per barile offerto dal paniere di esportatori dell’OPEC, crollato a 78,67$, minimo dall’Ottobre 2010.

La produzione di greggio a stelle e strisce invece raggiunge il massimo da 31 anni a questa parte. Proprio l’OPEC rimane sotto i riflettori per l’incontro del 27 Novembre a Vienna, dove forse si capirà qualcosa in più sulla strada che i paesi membri vorranno intraprendere.

Per il momento i paesi coinvolti sembrano dirigersi verso una riduzione dei prezzi piuttosto che verso un taglio dell’offerta e a riprova di questo, alcuni paesi membri, come l’Arabia Saudita, l’Iraq e l’Iran, stanno offrendo Arab Light ai compratori asiatici ai prezzi più bassi dal 2009.

In particolare l’Arabia Saudita non sembra intenzionata a tagliare la produzione a meno che gli altri paesi membri dell’OPEC non facciano lo stesso e comunque con un taglio non superiore ai 500000 barili al giorno. Sembra quindi iniziata una battaglia dei prezzi tra i membri dell’Opec per il mantenimento delle quote di mercato, così come sottolineato dal ministro Iracheno Adel Abdul Mahadi al parlamento di Baghdad il 30 Ottobre.

Ma come evidenzia il mio collega Ole Hansen, Senior Analist di Saxo Bank, “anche un taglio di un milione di barili di produzione al giorno porterebbe solo a stabilizzare il prezzo, non a stimolarne la ripresa”.

Tutto questo sta colpendo direttamente le industrie produttrici americane che accanto ad una crescita della produzione non hanno visto una crescita dei profitti. Ora le industrie che avevano avuto facile accesso al credito fronteggeranno difficoltà crescenti se il prezzo dovesse rimane intorno ad 80 USD.

L’aumento della produzione in zone remote del mondo, che vendono greggio tra i 3 e i 7 dollari in meno rispetto al WTI americano, ha portato alcuni produttori americani a vendere addirittura a 70 dollari al barile.

Questi sviluppi potrebbero non portare alla conclusione della rivoluzione petrolifera ma potrebbero sicuramente portare ad un ripensamento dei finanziamenti indirizzati verso questo settore con una conseguente diminuzione della produzione.

E la battaglia è appena cominciata.

Fabio Galeotti – Analista di Saxo Bank Italia


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