Tre sindaci pronti a trasmettere le “osservazioni tecniche congiunte” sull’istanza di permesso di ricerca petrolifera della “Delta Energy Ltd” già nella giornata di domani alla Regione Basilicata.
Le tre giunte municipali presiedute dai primi cittadini di Melfi, Livio Valvano, di Rapolla, Michele Sonnessa e di Barile, Giuseppe Mecca hanno oggi ribadito con fermezza “l’incompatibilità delle attività di ricerca di idrocarburi con la vocazione territoriale del Vulture” all’indomani dell’incontro con i responsabili della multinazionale londinese “Delta Energy Ltd”.
Nel corso del summit di ieri nel Comune di Melfi i sindaci Valvano, Sonnessa ed il vice sindaco di Barile, Antonio Murano hanno “ribadito le ragioni del diniego all’istanza “La Bicocca” avanzata dalla Delta Energy” e precisato “che la Regione Basilicata non concederà ulteriori convenzioni alle multinazionali del petrolio, come assicurato personalmente dal Presidente De Filippo al sindaco Valvano”.
Per i primi cittadini “le attività di estrazione di idrocarburi nel bacino delle acque minerali produrrebbero molteplici effetti negativi con inesistenti ricadute positive per l’economia locale e per l’occupazione. La proposta progettuale ostacolerebbe, pertanto, le forme di turismo sostenibile presenti e quelle in fase di programmazione sulle aree interessate dall’attività di ricerca. Sarebbero compromessi anche il “marchio dell’area” e dei “prodotti tipici” certificati con prevedibili ricadute negative sul comparto agro-alimentare dell’area interessata”.
L’attività di ricerca produrrebbe nocumento alla produzione ed alla commercializzazione dei prodotti in loco nelle quali è riconoscibile un alto valore qualitativo dall’elevata garanzia di qualità. I soggetti socio-economici, soprattutto gli imprenditori del settore agricolo e turistico operando in attività legate direttamente all’ambiente, subirebbero danni irreparabili ed enormi per effetto della compromissione dell’offerta di prodotti e dell’ impossibilità di potere valorizzare prodotti alimentari di specifica qualità e relativi servizi sui mercati di nicchia basati sulle risorse locali”.
La valutazione espressa dai sindaci tiene nel dovuto conto i carichi inquinanti già presenti sull’area del Vulture Melfese (es. termodistruttore Fenice; Area Industriale S. Nicola di Melfi; Cementeria di Barile, discariche, elettrodotti, impianti di produzione di energie rinnovabili (eolici, mini eolici, fotovoltaici) già esistenti o in fase di realizzazione, rispetto ai quali è impensabile ed insostenibile un ulteriore sovraccarico di tale portata.
L’industria petrolifera incide assai negativamente sul sistema economico e sociale, sull’immenso patrimonio agricolo e naturalistico del Vulture: specificità uniche dell’Area coinvolta dalla ricerca, peraltro sottoposta a vincoli idrogeologici, archeologici e paesaggistici, ineludibilmente fissati dal Piano di Tutela delle Acque e del Bacino Idrominerario del Vulture, ove insiste un acquifero di gran pregio unico al mondo. Sul sito istituzionale del Comune di Melfi sono consultabili la delibera di Giunta con la quale sono state proposte circostanziate osservazioni al permesso di ricerca, anche esse consultabili, unitamente alle planimetrie riportanti i vincoli di varia natura gravanti sul territorio comunale. Le osservazioni sono state ritualmente trasmesse alla Regione Basilicata a termini di procedura.
Per i sindaci “bisogna difendere l’ambiente valorizzando i settori strategici della nostra terra come le produzioni locali (vitivinicole, olivicole, lattiero casearie e castanicole ) ed il settore turistico sui quali la Regione, le Comunità Locali e gli operatori economi hanno già sostenuto ingenti investimenti che non possono andare perduti. Obiettivi che devono essere le uniche priorità su cui incentrare le azioni di sviluppo locale sostenibile”.