di Annalisa Mariano
Che abbia origine sulle panchine di una piazza, in spiaggia sotto l’ombrellone, dal parrucchiere o durante un caffè a casa di amici, il pettegolezzo riporta a qualcosa di negativo, da fare di nascosto e del quale sarebbe il caso di vergognarsi: non è certamente un complimento accollarsi per sempre la nomea di pettegolo. Secondo la psicologia della comunicazione il pettegolezzo, discorso maligno sui fatti altrui ,è uno strumento presente all’interno dei gruppi di tutte le culture i quali vivono di comunicazione senza la quale non sarebbe possibile portare avanti la storia del gruppo stesso. Il pettegolezzo ha a che fare con le dicerie che passano di bocca in bocca e vengono alimentate con aggiunte di particolari e interpretazioni personali tipici della comunicazione orale.
Frequentemente si parla di voyeurismo comunicativo proprio per il fatto che deve soddisfare la curiosità e la morbosità spesso degli strati sociali più bassi rispetto al bersaglio che in buona parte dei casi non sono in grado di fare ciò che riesce con facilità al soggetto da colpire.Studi sulla modalità dell’origine e diffusione del pettegolezzo, attraverso la riproduzione seriale tra un numero stabilito di persone (di solito sette), dimostrano che ben presto il fatto di partenza viene accentuato in certe sue parti e ridotto in altre fino ad essere assimilato da parte del gruppo in maniera decisamente distorta.
Le distorsioni che intervengono possono dipendere dal fatto che chi racconta desidera rendere la storia interessante e ricostruire una trama o, d’altra parte, manipolare la reputazione altrui. Apparentemente il pettegolezzo metterebbe in cattiva luce la persona che lo riceve, invece, diffondere informazioni false o distorte ha conseguenze gravissime per la reputazione della fonte. Chi diffonde informazioni false non solo
perde di credibilità ma addirittura alla lunga sarà emarginato ed evitato poiché l’abitudine di condire le proprie chiacchiere con il sospetto e continue critiche non porterà ad avere a che fare con le persone se non esclusivamente attraverso rapporti basati sulla doppiezza e sull’ipocrisia e ciò condurrà rapidamente verso una solitudine meritatissima.
Ma chi riceve queste informazioni, che tipo di riflessioni mette in atto per valutare la credibilità di quanto ha ascoltato? Prima di tutto tiene conto dell’interesse della fonte nel diffondere quel tipo di informazione e in seconda battuta, è influenzato dalla frequenza con cui sente ripetere le stesse informazioni da persone non collegate tra di loro. Inevitabilmente il pettegolezzo è fonte di intrattenimento e di svago malizioso, ma tutti i pettegolezzi implicano un confronto di tipo sociale e fanno sì che la persona tenda a confrontarsi con il gruppo di cui fa parte, ma porta anche a capire a chi siamo simili e rispetto a chi siamo diversi, ossia a riconoscerci in coloro che adottano comportamenti, scelte, valori simili ai nostri.
L’importante è non esagerare e non raccontare il falso, per non ledere ingiustamente l’immagine della persona di cui si sta parlando, chiunque essa sia. Se in questo caso siete più vittime che carnefici, e cioè non poche volte vi è capitato che si rumoreggiasse intorno alle vostre abitudini o al vostro stile di vita, ricordatevi la leggendaria frase del grande Oscar Wilde:
La cosa peggiore del parlare male di qualcosa è di non parlarne affatto”! Siete semplicemente al centro della scena, mentre gli altri sono solo comparse.