I. Calabrese, On the road
“Ognuno segue la propria strada”, “andare sulla cattiva strada”. Una cosa che io penso da tempo è che non esistono “le strade”, anzi non esiste niente, a parte “la strada”. La strada di McCarthy lo descrive pienamente: ci sono i buoni,i cattivi, i cadaveri e i cannibali, ma sono tutti lì, nello stesso nulla: però alcuni cercano solo di sopravvivere, altri di vivere (vi ho incuriosito abbastanza?).
“There is not way to happiness, happiness is the way” pare dicesse il Dalai Lama, bhe magari non è sempre e solo felicità, ma è un buon punto di vista. Io amo camminare, sia l'atto fisico che come metafora: mi piace pensare alle suole delle scarpe che si consumano, diventando parte del suolo e passandomi un po' di quella terra. Mi piace pensare che “non puoi attraversare lo stesso fiume due volte” e che quindi a ogni passaggio cresci e cambi. Ricordo pezzi di strada percorsi da sola, con la testa affollata di pensieri, gli occhi pieni di lacrime, il cuore gonfio di astio; altri che correvano più veloci di me e io dovevo fermarmi a capire, osservare, fotografare; altri ancora che urlavano speranze, grandi speranze. L'importante è non fermarsi e andare andare andare.
J. Mueller, The Road to Loneliness
P. Pouliquin, On the road again
F. Verdikt, dalla serie Totem II
A. Mola, 6