di Alain Mabanckou
traduzione di Daniele Petruccioli
(Edizioni 66TH AND 2ND pp.192 € 16,00)
Alain Mabanckou è considerato uno dei maggiori scrittori africani, originario del Congo-Brazzaville a vent'anni grazie ad una borsa di studio ebbe modo di studiare i Francia, amante della Letteratura, considera François Rabelais e Louis-Ferdinand Céline i suoi maestri.
Attualmente insegna presso la Michigan University. Ha vinto numerosi premi, da ricordare: il Prix Letteraire dell'Afrique Noir del 1999 e il Prix des Cinq Continents del 2005. In "Pezzi di vetro" un vecchio professore cacciato dalla propria scuola per i suoi problemi con l'alcol si rifugia in un bar di Brazzaville "Credito a morte" recita l'insegna fuori dal locale. Fra una bottiglia di whisky e altri intrugli buca budella decide di venire incontro alle richieste insistenti del gestore del locale. Lui che è un prof e sa scrivere, racconterà in un quaderno le storie d'Africa, quelle che una volta si tramandavano oralmente ma che al giorno d'oggi nessuno più ricorda, perché l'Africa di oggi non ha più memoria.
L'Africa che impareremo a conoscere in queste storie è quella dei derelitti, delle prostitute, di coloro che riempiono le carceri a torto o a ragione, ma anche storie di donne coraggiose che con un pezzo di pane sfamano i loro figli e quelli delle altre. Non mancano le critiche al colonialismo e al potere in genere. Lo stile è minimalista, la lingua asciutta, la punteggiatura essenziale. Si descrivono esistenze che feriscono l'animo del lettore occidentale come pezzi di vetro.
di Luigi De Rosa
(le immagini presenti nel post sono tratte dal web)