di Andrea Vigneri
La sfilata di Miu Miu non poteva che aprirsi con la bellissima Maria Carla Boscono, sempre meno modella e sempre più attrice, visto che in pochissime uscite sembrava di trovarsi in un film in bianco e nero di Billy Wilder. Donne come Barbara Stanwyck in “La fiamma del peccato” o Bette Davis in “Eva contro Eva”. Sarà un caso che dopo la collezione estiva in cui Miuccia Prada scherniva le starlette con la sindrome da american idol, adesso abbia voluto giocare con l’immagine delle vecchie dive del passato? No!
Barbara Stanwyck in una scena di "La fiamma del peccato"
Un look essenziale fatto di bluse, gonne, pantaloni e cappotti corti. Il colletto arrotondato che fuoriesce – diventato nel tempo un segno distintivo di Miu Miu – rievoca l’immagine romantica di una bambina di una famiglia borghese meneghina come doveva essere Miuccia, che , si sa, adora giocare con le proprie ossessioni. Del resto ritornano anche le fantasie piuttosto bambinesche, semplici grafismi di fiori e uccelli. Le spalle sono dei volumi enfatizzati, ma smussati, il bacino è fasciato da applicazioni di pelliccia che si annodano in un fiocco al posto delle cinture. I colori sono caldi ed eleganti.
Anche gli occhiali grandi e nelle nuances dell’ambra rievocano un divismo anni ’40, come le borse, ampie pochette di pelle o visone con le chiusure a clip. Ma le scarpe con il loro intersecarsi di forme, colori, luccichio e stili tradiscono tutta la modernità di questa collezione, che per me resta la più bella della settimana parigina.
Photo: Vogue.it