La tecnologia evolve e con essa anche la capacità che abbiamo di interagire, noi italiani solitamente siamo refrattari a queste cose, bisogna dire che scopriamo in ritardo le evoluzioni nella tecnologia.
In parte possiamo attribuire questo ritardo al fatto che in ogni italiano esiste un fattore pigrizia, siamo pigri e in molte occasioni se non siamo costretti non abbiamo molta voglia di sperimentare.
Un altro fattore molto importante è quello legato all'utilizzo di questi dispositivi, parliamo degli smartphone che oggi sono diventanti uno standard, per la loro capacità di avere molte funzioni.
Spesso chi progetta questi dispositivi lo fa con un'ottica che è quella di un utilizzo fine a se stesso, in pratica le invenzioni dovrebbero essere fruibili da tutti in maniera intuitiva.
Questo molto spesso accade perchè chi progetta non pensa a chi utilizza il dispositivo, inserisce nello smartphone tutta una serie di opzioni aggiuntive che in quanto tali non sono sempre facili da utilizzare.
Lo smartphone poi se guardiamo in giro a come le persone lo utilizzano, notiamo spesso che non viene tanto utilizzato per telefonare ma per postare foto o commenti sui propri profili.
Lo smartphone è social, in pratica le persone hanno una maggiore abitudine ad utilizzarlo per chattare, scrivere commenti sui profili Facebook e magari condividere contenuti multimediali.
Esiste però un segmento di persone che rispetto ad altre sono più esigenti, queste non vogliono un dispositivo troppo piccolo come schermo ma neanche troppo grande.
Samsung da questo punto di vista ha saputo intercettare un segmento di persone che vogliono avere due strumenti insieme, il caso del Phablet nome coniato dalle aziende produttrici.
Parliamo di dispositivi con schermi oscillanti tra i 5 e i 7 pollici, in questo senso il Samsung Galaxy Note ne è un chiaro esempio, difficile poi capire quale sia effettivamente il bacino di utenza di questo dispositivo.
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