Phantom - Requiem for the Phantom: Recensione

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In Italia c’è la convinzione che gli anime siano roba solo per bambini, cosa che io contesto già da diversi anni, e sicuramente Phantom Requiem for the Phantom (che d’ora in poi abbrevierò solo in Phantom) è un esempio lampante di ciò che intendo, quando affermo che ci sono anche anime adatti a un pubblico più adulto.

Phantom è una serie animata basata su Phantom of inferno, una visual novel creata da Nitroplus, nel lontano 2000. La serie animata ha invece ha avuto la sua nascita nel più vicino 2009, anche se prima di essa nel 2004 era stato realizzato un oav di 3 episodi. La versione del 2009 ha una storia ben più corposa raccontata in 26 episodi dalla durata ognuno di circa 24 minuti.

Phantom è una storia dai tratti forti che butta un occhio nel mondo della malavita organizzata, facendo vivere allo spettatore la crudeltà che caratterizza questo mondo, dagli occhi di un ragazzo che si è trovato coinvolto suo malgrado.

Trama

Un giovane ragazzo giapponese in viaggio in America si ritrova rinchiuso in una stanza senza conoscere né il suo nome né il suo passato, incluso il modo in cui si è ritrovato all’interno di quella stanza. Non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di cosa stia realmente accadendo quando una ragazza, che più tardi scoprirà chiamarsi Ein, tenta di ucciderlo.

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In realtà si tratta di un semplice test in cui dovrà provare con tutte le sue forze il suo attaccamento alla vita, alla fine del quale Ein gli svela quale è il suo destino: vivere per uccidere o essere ucciso.

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Ein da a lui anche un nome: Zwei (in tedesco significa due, mentre Ein significa uno) e inoltre gli viene detto anche che lei è come lui, una ragazza senza memoria sotto il controllo di Scythe Master, un uomo cinico, alle dipendenze di una grossa organizzazione criminale emergente nella costa ovest degli Stati Uniti, la “Inferno”.

Da questo momento Zwei ha solo una scelta, diventare un assassino e lavorare per la Inferno insieme ad Ein, e diventare così con lei il nuovo Phantom, l’assassino più forte della Inferno.

Personaggi

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Zwei (Azuma Reiji, voce: Irino Miyu): Zwei è un turista giapponese che ha avuto la sfortuna di incontrare Ein mentre uccideva un giornalista, essendo un testimone scomodo, diventa la preda di lei ed è costretto alla fuga per diversi giorni. Quando è ormai allo stremo delle forze viene risparmiato da Ein su ordine di Scythe Master a scopo di fargli il lavaggio del cervello e farlo diventare un assassino.

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Ein (Elen, voce: Takagaki Ayahi): Ein ha subito lo stesso destino di Zwei, le è stata cancellata la memoria ed è stata trasformata in un’arma di morte al servizio di Scythe Master. Prova un certo attaccamento in Zwei perché vede se stessa in lui. Sarà lei stessa ad addestrare Zwei come assassino e lei stessa a dargli questo nome.

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Claudia Mc Cunnen (voce: Hisakawa Aya): Claudia è una dei pezzi grossi della Inferno nonché la diretta superiore di Schythe Master di conseguenza è anche la superiore di Zwei. Le sue mosse sono oscure all’interno dell’organizzazione, forse hanno a che fare con la morte di una persona a lei cara.

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Scythe Master (Helmut von Giuseppe, voce: Chiba Isshin): Personaggio enigmatico che manipola dietro le quinte Ein e Zwein come marionette. Prova un certo orgoglio per Ein che considera la sua più alta creazione, vede sin da subito i grandi potenziali di Zwei e per questo decide di risparmiarlo per farlo diventare un’altra arma ai suoi ordini. Lo definirei un burattinaio.

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Cal Devens (voce: Sawashiro Miyuki): Fa la sua apparizione nella seconda parte dell’anime. È una ragazzina trovata da Zwei che vuole vendicarsi a tutti costi della morte della sua amica, unica persona che considerava come parte della sua famiglia. Per salvarla dall’organizzazione, Zwei è costretto a insegnarle a usare la pistola e subito si rivela abile come lui e Ein nello sparare. Si rivelerà un personaggio chiave per la storia.

Giudizio

La tristezza che mi ha lasciato Phantom: Requiem for the Phantom me l’hanno lasciata ben poche opere, non mi riferisco a una delusione per una trama scadente, ma all’amarezza nell’assistere le vicende che caratterizzano la storia.

Al di la dell’eccezionalità dei protagonisti, che vengono trattati come dei geni, l’anime non presenta elementi fantastici, anzi disegna alla perfezione e in maniera realistica la vita di un organizzazione criminale che cerca di espandere il proprio potere.

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Idealmente ho diviso la serie in 3 parti, la prima parte è composta dai primi 11 episodi, la seconda parte dai successivi 8, mentre la terza dei 7 rimanenti episodi.

La prima parte è secondo il mio giudizio la migliore, non ci sono attimi di tregue e la trama si svolge fluida e chiara. La seconda ha un inizio un po’ lento e noioso, verso la fine però, si rimmerge di nuovo nelle atmosfere cupe e negli intrighi, punto forte della serie. La terza parte secondo me è invece la più sottotono e per certi versi estranea al resto della storia.

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Quest’ultima parte l’ho trovata un po’ fuori luogo per alcuni passaggi iniziali ma quando sta per volgere al termine lo fa alla grande con le ultime due puntate veramente coinvolgenti; la fine che potrebbe sembrare scontata, non mancherà di lasciarci stupiti (e con l’amarezza in bocca).

Anche se possiamo classificare la storia come sentimentale, in definitiva non ci sono storie amorose dietro, ma sono più i sentimenti e le emozioni che coinvolgono i personaggi, il lottare per vivere e l’essere prigionieri del proprio destino.

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Dove dovrei andare?
Non so da dove provengo
No ho nemmeno ricordi...
Come posso trovare la libertà?
Cos'è questa vana libertà che ottengo dall'uccidere?
Dimmelo...Ti supplico...

Dal punto di vista tecnico le animazioni non sono eccezionali, dato che scene particolarmente movimentate non ve ne sono, però il character design non è male, soprattutto una grande cura è stata posta su Zwei e Ein, un po’ meno su Cal da piccola.

Phantom - Requiem, Anime

Le musiche sono tutte stupende, non solo quelle iniziali e finali, ma anche le varie musiche di atmosfera inserite per dare più spessore alle scene (e ci riescono alla grande). Ho particolarmente apprezzato la presenza, tra le varie musiche, di una cantata in italiano (bisogna starci attenti, perché si potrebbe non notare) oltre che i vari pezzi in latino. Probabilmente è il punto forte di questa serie animata.

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I difetti presenti nell’ultimo troncone di storia e alcune parti un po’ morte fanno perdere alcuni punti che l’avrebbero consacrato tra i piccoli capolavori che l’animazione giapponese ogni tanto ci regala.

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Consiglio a tutti di vederla, ma non mi assumo alcuna responsabilità se alla fine vi troverete malinconici o tristi. Se cercate qualcosa di allegro puntate su qualcos’altro.