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PHERSU | Anita Rachvelishvili canta nel nuovo album dei Profusion

Creato il 20 settembre 2015 da Amedit Magazine @Amedit_Sicilia

Una delle stelle mondiali della lirica incontra il prog rock di un gruppo di Siena
e nasce una collaborazione discografica inedita all’insegna della solidarietà

Quando una favola diventa realtà:
Anita Rachvelishvili canta per i Profusion

Esce il prossimo 22 settembre Phersu, il nuovo attesissimo CD del gruppo toscano

Un potente ed eclettico gruppo rock prog di Siena, incontra uno dei personaggi più importanti della scena lirica mondiale e ne nasce una collaborazione che porta alla realizzazione di un insolito progetto discografico all’insegna della solidarietà.

Sembra una favola ma invece è realtà: lei è la straordinaria Anita Rachvelishvili, la cui voce mette d’accordo i teatri lirici di tutto il mondo, loro sono i Profusion gruppo che si forma nel 2002 dall’incontro fortunato di Vladimer Sichinava e Gionatan Caradonna.

Galeotta ai fini di questo inedito mix l’origine georgiana sia di Vladimer che di Anita e complici le nuove tecnologie per cui un bel giorno, senza nessuna vergogna, Vladimer Sichinava contatta tramite social Anita Rachvelishvili proponendole di cantare per loro.

 

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I ragazzi stanno lavorando a Phersu, il loro nuovo disco e un brano “Wrinkled Maiden”, parla dell’eterno amore di una coppia di anziani. Lui, ormai vecchio e malato di Alzheimer, si dimentica di lei, anche più volte durante il giorno. Però, ogni volta che la rivede, se ne innamora di nuovo. La storia è struggente, ricorda quella di un’opera lirica. Per i Profusion Anita sarebbe perfetta ma sembra quasi irraggiungibile e invece lei risponde entusiasta accettando e mettendo a disposizione del gruppo il suo talento, la sua professionalità e la sua energia. Così concluso in modo trionfale il suo impegno alla Scala di Milano nell’”Aida” diretta da Zubin Metha, Anita Rachvelishvili arriva a Siena e, senza voler alcun compenso, si mette ad incidere nello studio dei ragazzi “Wrinkled Maiden” e con loro decide di devolvere il ricavato dal brano all’associazione AIMA (Associazione Italiana Malattia di Alzheimer).

Il pezzo è potente e trascinante e si incastona come un diamante in Phersu, il nuovo CD dei Profusion in uscita il 22 settembre per l’etichetta indipendente tedesca Progressive Promotion Records. Phersu è il dio etrusco della maschera, la guida dell’oltretomba, il sovrano di un carnevale popolato dagli antichi e dai moderni, dai vivi e dai morti, dove ogni personaggio ha la sua musica, la sua storia e la sua voce in un perenne gioco tra realtà e finzione. Il nucleo centrale dell’album consiste proprio in questa ambiguità di significato: i diversi brani interpretano di volta in volta il concetto di persona come maschera, come doppio e come personaggio.

I Profusion sono: Gionatan Caradonna (tastiere), Vladimer Sichinava (batteria), Luca Latini (vocals), Davide Pepi (chitarra), Jury Maccianti (basso).

In anteprima qui Wrinkled Maiden:

https://youtu.be/IMyQUpjC0Rg

Trailer di Phersu:

https://youtu.be/liz9scRO_Lw

Info: profusion.it; Facebook: facebook.com/ProfusionRock; Twitter: twitter.com/profusionrock;

Video di Clizia Corti.


 

01_Profusion - La band

«Quando tornerò, sospenderò per un istante il vostro carnevale ininterrotto.

Mi metterò una maschera di plastica e di carne e vi guarderò negli occhi ad uno ad uno, per chiedervi dove state andando»

A proposito di Phersu

Phersu è una divinità etrusca, connessa con il culto dei morti, da cui parte la storia del termine italiano persona. Da Phersu, infatti, deriva il sostantivo latino persona, che indica la maschera degli attori tragici. Il significato della parola persona si trasforma, come il pensiero degli uomini: la parola prima identifica la maschera come oggetto, poi identifica il ruolo dell’attore, ed il fatto di recitare una parte, fino ad arrivare, per questa via, all’idea di “individuo”.

Il nucleo centrale dell’album consiste proprio in questa ambiguità di significato: i diversi brani interpretano di volta in volta il concetto di persona come maschera, come doppio e come personaggio. Phersu è costruito come un carnevale, ricco di volti e di figure. Nel marasma della folla, nel delirio del carnevale, accade che qualcuno indossi la più ipocrita delle maschere e che qualcun altro, invece, si metta a nudo.

I volti di Phersu non sono burattini di pezza, incatenati al loro teatrino: fissando negli occhi lo spettatore essi sono in grado di catturarlo in un complesso gioco di sguardi, di risucchiarlo nella loro dimensione e di renderlo un personaggio. È compito solo di chi ascolta, e vive il suo personale carnevale, scegliere se far cadere la sua maschera o, invece, indossarne di nuove.

Canzoni e maschere:

1) SNOOZE è un’ode di 5 minuti in cui si posticipa il suono della sveglia, per ritardare di un poco l’inizio di una giornata frenetica in cui si rimbalza tra lavoro e consumo. Forse sono gli unici momenti in cui un malato di carriera riesce a riflettere su se stesso.

2) FORGETFUL HERO un vecchio, malato di Alzheimer, si perde in un degradato parco di città. Tutto ai suoi occhi sembra bello e gioioso, perché l’uomo vede il mondo come se fosse ancora giovane. Vede andargli incontro una giovane donna, di cui si innamora a prima vista, e la invita a ballare.

3) WRINKLED MAIDEN attraverso la voce della donna, che balla con il vecchio, si scopre la verità: lei non è affatto giovane, ma è la moglie che gli è stata accanto tutta la vita. L’Alzheimer ha cancellato i ricordi del vecchio, ma sarà la moglie, con pazienza, a raccontargli da capo le gioie e le miserie di una vita d’amore passata insieme.

4) MASQUERADE il mondo in cui si muovono politici e potenti è come un carnevale, in cui si indossa la maschera della falsità e dell’ipocrisia.

5) VETERAN un cavaliere torna a casa dopo una vita passata in guerra nell’attesa di riabbracciare la donna amata. Quando finalmente arriva a casa scopre che non avrà il tempo per godersi ciò per cui ha lottato: lo sguardo di lei è lo sguardo che gli annuncia la morte (Verrà la morte, e avrà i tuoi occhi – Pavese).

6) NOMEN è una preghiera al dio di viaggiatori e migranti, per proteggere tutti gli uomini senza nome che partono dalla propria terra, e viaggiano in una terra di nessuno che è al tempo stesso promessa di una nuova età dell’oro e presagio di morte.

7) INFINITE ogni persona è un infinito. Pochi sono riusciti a dare agli altri tutto quello che avrebbero voluto. Il testo racconta la delusione di un uomo che non è ancora riuscito a dare al mondo se stesso e a raggiungere i propri obiettivi.

8) VANITY FAIR rappresenta la sovranità delle apparenze, in un mondo in cui la vista sembra dominare su tutti gli altri sensi. Il testo elenca gli ingredienti necessari alla vita mondana, stregati come gli ingredienti di una pozione magica. Nel calderone dell’era dell’apparenza gli “occhi di gufo” e le “lingue di vipera” vengono soppiantati da botox, tatuaggi e palestra.

9) FREE FALL dà voce ad un paracadutista in caduta libera, che decide di non aprire il paracadute. Il pezzo è la cronaca del suicidio annunciato di un uomo che ha sempre guardato il mondo dall’alto, ma che sente a un certo punto il bisogno di compiere un unico atto, proibito, per realizzarsi pienamente.

10) FORBIDDEN tratta dell’ambivalenza affettiva e sessuale e insiste sulla risolutezza nell’esprimere i propri sentimenti liberamente, svincolandosi da maschere e da etichette.

Choosen from above I won’t deny my love could it be for her, for him or you I’m not gonna lie and won’t let my spirit die could it be for her, for him or you“.

Info stampa: Sonia Corsi 


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