Magazine Cultura

Philippa Gregory: La signora dei fiumi

Creato il 09 settembre 2014 da Martinaframmartino

Philippa Gregory: La signora dei fiumiPhilippa Gregory, scrittrice e radiogornalista televisiva, si è laureata in Letteratura all’Università di Edimburgo. Tra i suoi libri spiccano numerosi romanzi storici di grande successo internazionale.

Questo è quanto mi dice la casa editrice sulla quarta di copertina della Signora dei fiumi. Già che ci siamo vi riporto la trama, così almeno vi fate un’idea del periodo di cui si occupa il libro.

Francia, 1430. Quando viene data in sposa al duca di Bedford, Jacquetta di Lussemburgo è poco più di una bambina, e non immagina certo ciò che il futuro ha in serbo per lei. Rimasta vedova a soli diciannove anni, sfida tutte le convenzioni sociali pur di unirsi in seconde nozze a Richard Woodville, il ciambellano del marito, al quale già da tempo la legava un amore segreto e proibito. Grazie all’ambizione di lui e al proprio fascino, Jacquetta conquista un posto di primo piano alla corte dei Lancaster. Ma sono gli anni turbolenti e sanguinosi della Guerra delle due Rose e la famiglia York diventa ogni giorno più pericolosa. Jacquetta inizia a temere per il regno, e decide di combattere. Per il suo re, per la sua regina, ma soprattutto per sua figlia, Elisabetta Woodville, per la quale prevede un destino straordinario: un capovolgimento di fortuna, il trono di Inghilterra e la bianca rosa di York.

Ero un po’ titubante all’inizio nel leggere la Gregory, temevo che i suoi romanzi storici incentrati su protagoniste femminili potessero essere troppo storia d’amore e poco storia. Non che non legga libri scritti da donne, o libri scritti da donne con protagoniste femminili, ma chissà perché in questo caso ero molto diffidente. Ed ero pure titubante sul periodo, di solito i romanzi storici che leggo sono ambientati svariati secoli prima. Invece la lettura si è rivelata piacevole, con una protagonista che non conoscevo – per la verità nella sua nota finale la Gregory definisce Jacquetta di Lussemburgo una donna trascurata o negata dalla storia tradizionale, anche se confesso che le mie migliori conoscenze storiche sono sempre successive a ricerche svolte dopo aver apprezzato un deterinato romanzo – in un periodo storico che per me era quasi solo l’arte italiana. A volte la nostra mente isola un po’ troppo ciò che ci piace dal contesto in cui è inserito.

Il romanzo traccia una larga fetta della vita di Jacquetta, dal suo (vero o fittizio? io non lo so) incontro con una Giovanna d’Arco prigioniera quando lei è ancora una ragazzina ai suoi matrimoni con tanto di nascite di figli, rapporti con sovrani e nobili e guerre varie. Non mi ha coinvolta come altri romanzi storici, quelli di Colleen McCullough, di Nicholas Guild o di Gary Jennings per intenderci, ma non è male. Mi ha consentito di conoscere meglio il periodo, mi ha tenuta sempre attenta e curiosa di sapere quel che sarebbe avvenuto – per questo viste certe basi storiche a macchia di leopardo, con periodi che conosco e altri che non conosco, le ricerche vere le faccio sempre dopo aver letto il romanzo – e mi ha fatto apprezzare la protagonista.
Probabilmente in questo è venuto fuori anche il mio lato femminista, con l’indignazione contro certi pregiudizi che hanno sempre limitato le donne.

Tutti hanno deciso che lei è una strega, un simbolo da bruciare. Ancora una volta osservo gli uomini più potenti del regno usare il loro potere per tormentare una donna che non ha fatto nulla di peggio che vivere secondo il battito del suo cuore, che vedere con i suoi occhi; ma questo non è né il loro ritmo né la loro vista e non possono tollerare né l’uno né l’altra.

E in queste parole ritrovo quelle di Silvana De Mari sulle streghe, nei suoi saggi come nei suoi romanzi, perché troppo spesso – ancora oggi – quando una donna non si sottomette al volere dell’uomo, o semplicemente quando l’uomo è un fanatico che non sa come trascorrere il tempo, le donne sono streghe, eretiche o puttane, da mandare al rogo, lapidare, svilire o sottomettere in qualunque modo.
Probabilmente il romanzo della Gregory non voleva essere polemico, ha semplicemente riportato una realtà, un pericolo di quel periodo, e non so se la donna che in questo libro è stata mandata al rogo sia vissuta davvero o se si è trattato solo di finzione per aggiungere un elemento drammatico alla storia, ma per molte donne quella è stata la realtà e io non posso essere indifferente.

La regina, che aveva creduto di essere lei stessa re, è stata ridotta a moglie, spinta da parte perché faccia la madre.

C’è bisogno che scriva cosa ne penso? Fra l’altro fra queste pagine ho ritrovato una scena (che già sapevo essere stata ispirata dalla realtà) di cui è protagonista Cersei nella Danza dei draghi. Gira e rigira…
C’è un altro punto interessante, al di là della storia. Ho apprezzato il romanzo, quasi certamente prima o poi leggerò qualcos’altro di Philippa Gregory – con ogni probabilità La regina della Rosa Bianca e poi si vedrà – ma non riesco più a non fare collegamenti, a leggere un libro lasciando fuori dalla mia mente gli altri libri che ho letto.

Quando qualcuno della mia famiglia sta per morire, sento un rumore

dichiara Jacquetta, una discendente diretta della fata dell’acqua Melusina. E qui siamo nel fantasy, tanto per la fata quanto per la preveggenza. Forse può non sembrare molto ma lo è. Melusina può essere una leggenda, un lettore di mainstream può liquidarla così, ma in alcuni casi Jacquetta prevede davvero quel che avverrà (ed è in grado di prevederlo proprio perché è una discendente di Melusina) e dato che nella nostra realtà questo genere di previsioni non è possibile allora abbiamo un elemento fantasy perfettamente integrato in un’ambientazione storica, in un romanzo storico. E non è la prima volta che ho trovato cose di questo tipo. Martha la siriaca ha previsto i sette consolati di Caio Mario nei Giorni del potere, e Mixtli, il protagonista dell’Azteco, aveva a sua volta avuto una bella previsione, anche se non ricordo i dettagli perché la consapevolezza dell’esistenza di una certa scena mi impedisce di rileggere il romanzo. Un mio professore di Storia dell’Arte Contemporanea era solito dire che in ogni dipinto c’è sempre qualche elemento astratto, e allo stesso modo io so che il fantasy si trova in molti più punti di quanto non voglia ammettere chi snobba il genere. In attesa di leggere altri romanzi della Gregory questi sono i suoi libri:

La guerra dei cugini:

• La signora dei fiumi
• La regina della Rosa Bianca
• La regina della Rosa Rossa
• La futura regina
• Una principessa per due re

La saga dei Tudor:

• Caterina, la prima moglie
• L’altra donna del re
• L’eredità della regina
• Il giullare della regina
• L’amante della regina vergine
• L’altra regina



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :