Philippe Halsman nato a Riga il 2 maggio 1906 da una famiglia ebrea. Studiò ingegneria elettrica. Nel 1928 partì per un tour a piedi sulle Alpi austriache con il padre, ma il padre morì durante il viaggio per gravi ferite alla testa in circostanze mai completamente chiarite e Halsman venne condannato a 4 anni di reclusione per parricidio. Il caso fu sfruttato dalla propaganda anti-ebraica e acquisì quindi notorietà internazionale, tanto che Albert Einstein e Thomas Mann scrissero a suo sostegno. Halsman venne rilasciato nel 1931, a condizione di lasciare l'Austria. Si trasferì dunque in Francia, dove cominciò a contribuire come fotografo a riviste di moda, come Vogue, guadagnandosi una reputazione per i ritratti e divenendo noto per le sue immagini nitide e scure, che evitavano il vecchio "soft focus look". Quando la Francia venne invasa dai nazisti nel '40, fuggì a Marsiglia. Riuscì qui a ottenere un visto per gli Stati Uniti con l'aiuto di Albert Einstein (che avrebbe poi fotografato nel 1947).
“Con un salto, la maschera cade. La persona reale si rende visibile”
Amico di Salvador Dalì, il fotografo è noto anche per una serie di foto surrealiste. Inventò la tecnica del “jumping style” o “jumpology” ovvero l’arte di ritrarre una persona saltando, evitando così che il modello potesse controllare l’espressione del viso.
Salvador Dalì
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Marilyn Monroe
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Audrey Hepburn
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Philippe Halsman & Marilyn Monroe
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