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Philomena

Creato il 29 dicembre 2013 da Ussy77 @xunpugnodifilm

50122Cosa vuol dire perdonare?

Vincitore del Leone d’oro per la miglior sceneggiatura a Venezia 70, Philomena (2013) è un film toccante e ironico allo stesso tempo. Un’instancabile ricerca del perdono e della verità.

1952: Philomena resta incinta da adolescente. Per la vergogna il padre la chiude in convento, dove partorisce un bambino, che le viene portato via dopo tre anni e affidato a una famiglia adottiva. Dopo cinquant’anni Philomena custodisce il segreto come se fosse il primo giorno e non riesce a pensare ad altro. Nel mentre il giornalista Martin Sixsmith viene travolto da uno tsunami mediatico e politico, dal quale ne esce licenziato, profondamente cinico e sfiduciato. Una sera, a una festa, la figlia di Philomena, Jane, incontra il giornalista e gli propone di raccontare la storia di sua madre.

Dalla trama Philomena può sembrare un film strappalacrime, un sentimentale percorso di riappropriazione di un amore perduto (quello di un figlio) e di redenzione personale. Philomena è anche questo, ma non solo. Perché la costruzione a incastro e circolare, scritta dagli sceneggiatori Steve Coogan (protagonista maschile della vicenda) e Jeff Pope e messa in scena dal regista Stephen Frears, sa far commuovere, divertire e pensare. La pellicola non è solamente il ritratto ingenuo di una donna sopraffatta dalla sua fede e dalla sua espiazione, ma anche un racconto di un confronto tra due persone che partono da due punti di vista estremamente distanti. Lo scetticismo e la rabbia di Martin si scontrano con la fede (quella vera) di Philomena, che è in grado di guardare al di là della superficialità e del pregiudizio delle persone (le suore), che hanno la forte pretesa di rappresentare Dio e per questo motivo si comportano come assoluti prevaricatori.

Frears mette in scena il perdono (quello autentico) e lo fa con estrema umanità, non risparmiando qualche malevola stoccata alle istituzioni cattoliche, senza però perdere mai le fila del discorso e mantenendo centrale la figura di Philomena, una donna semplice, buona e che si porta appresso un “vergognoso” passato. E grazie alla bravura di Judi Dench (in una delle sue recenti migliori interpretazioni), Philomena restituisce con leggerezza e genuinità una storia di autentico amore e devozione.

Tratto da una storia vera e dal romanzo The lost child of Philomena Lee scritto da Martin Sixsmith, l’ultimo prodotto di Frears trasmette umanità e moralità con intensa partecipazione, senza mai scadere nella stucchevolezza effimera di una vicenda che, potenzialmente, potrebbe scivolare sulla pericolosa china del sentimentalismo. E attraverso la riscoperta del passato del figlio Anthony (attraverso filmini amatoriali) e quello di Philomena, il regista rende empatica l’intera vicenda, trasmette una piacevole sensazione e svicola con maestria dal portare un semplice e superficiale attacco anticlericale, affidando alla parola “perdono” il fine ultimo di questo intenso viaggio.

Uscita al cinema: 19 dicembre 2013

Voto: ****


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