Se l’Ikea licenzia un facchino ha la legge dalla propria parte, a maggior ragione se ne lascia a casa ventiquattro. Questione che riguarda la politica economica e il modo di garantire qualità e produttività (anche uno stipendio decoroso, se capita) all’occupazione e competitività alle aziende. Discussioni che dovrebbero riguardare la prevenzione, quando possibile, di fenomeni così distruttivi e laceranti, pieni di strascichi sociali e nella vita della persone come i licenziamenti.
Esperienza di dolore emarginazione, fino alla povertà e alla disperazione per i più fragili.
Invece di leggi umane, congegnate per tutelare gli interessi in gioco,tutti, ecco la polizia.
La quale è chiamata a intervenire anche in questo modo. Il video parla da solo.
Come spiega l’articolo dello huffington post italiano, i dipendenti lavoravano per la cooperativa San Martino, che a propria volta li ha fatti lavorare all’Ikea. Emerge quindi anche il solito problema delle cooperativa che di fatto si trovano a umiliare il lavoro grazie alla legislazione disumana di questo bel Paese. In nome dell’anticomunismo sovietico o anche italiano (????!!!!????) sono state approvate leggi anti-uomo. I facchini, precisa Huffingtonpost sono stati licenziati “perché sindacalizzati”.
L’uso della forza da parte dello Stato ha un senso chiaro quando è usata per contrastare poteri che allo Stato stesso si oppongono per sopraffarlo o creare gravi disagi. Questi signori sono facchini, non un pericolo per lo Stato. Eppure questa è chiamata democrazia e funziona così. Va tenuto presente, per chi ritiene che la legislazione sul lavoro sia troppo accomodante verso i dipendenti o i precari, e ci sono anche molti disoccupati. E forze dell’ordine alle prese con problemi enormi, nei riguardi della criminalità organizzata, e mezzi deboli.