Risponde Joseph Bouchaud, nel suo saggio, scritto molti anni addietro , il cui titolo provocatorio è “ I cristiani del primo amore”.
“Sulla barca, cominciarono a sparire le uniformi….i marinai a salire,uno a uno sul ponte .Gomito a gomito , ciascuno al proprio posto, un intero popolo cominciò a lottare per portare in salvo la barca : per condurla a destinazione. E un giorno, forse su quella barca ci saranno solo due categorie di persone : quelle che lavorano insieme, qualunque sia il posto che occupano, e quelle che rinunciano o si rassegnano,qualunque sia il motivo. Molti però ora cominciano a ricordarsi di nuovo del primo equipaggio della vecchia barca, quando non c’erano insegne : né rosse, né violaceee, né bianche, né nere, né ornamenti, né uniformi ; viene loro in mente del primo equipaggio guidato dalla passione dell’unico Amore, della medesima fede (aspettativa), dello stesso ardore di un identico messaggio”.
La sfida allora, cancellando ogni possibile e stupido luogo comune, è necessariamente , aggiungo io, quella di andare sotto la pelle delle “cose” , quelle apparentemente semplici e quotidiane, che poi non sono mai tali.
Aprire bene gli occhi, affinare l’udito. Riscoprire ciò che credevamo superato. Che, senza nulla togliere alla persona, ne consenta semmai una partecipazione politica responsabile (profughi, rifugiati, immigrati regolari e no, e soprattutto noi ospitanti) e prima ancora il perseguimento della conoscenza, accessibile a tutti, com’è giusto che sia, e il godimento dell’arte.
Non felicità insomma, perché essa rimanda troppo ad un “benessere”consumistico, che oggi è fuori luogo quasi ovunque, ma “fioritura”umana con una definizione, non sospetta, addirittura di un economista un po’ sopra le righe e fuori dal coro, il cui nome lascio a voi il piacere di scoprire.
Ritornando al mare ,e alla barca, la stessa barca dove nel viaggio del tempo siamo alloggiati tutti, bianchi, neri, rossi, gialli, senza differenza alcuna, secondo gli antichi Padri della Chiesa, negli abissici sarebbero ben 153 qualità di pesci.
Una discreta varietà, rapportata alle conoscenze dei tempi, che certamente oggi andrà aggiornata.
Ma il significato vero è solo questo, io credo, e cioè la bellezza dell’essere tutti “uno” pur nella provocatoria gamma del diverso che il mondo ha sempre ospitato, ospita e continuerà ad ospitare fino alla fine dei tempi.
Uno nell’Amore.
Amore che non deve essere mai “pappa di cuore”ma solo corrispondenza di giustizia .
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)