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Pianeta Mondo / La condivisibile provocazione di Serge Latouche /Futuro uguale "decrescita"

Creato il 18 febbraio 2012 da Marianna06

 

Serge_latouche


Dinanzi alla drammatica crisi  economico-finanziaria che ormai investe un po' tutto il pianeta, dove più e dove meno, ma che ha spento parecchi sorrisi e fatto stringere la cinghia a tanta gente, che non lo avrebbe mai immaginato neanche lontanamente (vedi ultimissima la tartassata Grecia nell'Europa dell'euro e dei banchieri!!!!), Serge Latouche si domanda : " E se l'attuale crisi nascesse proprio dalla scienza economica?"

E ancora : "E se il sole della modernità avesse raggiunto il suo Occidente, cioè il luogo del suo tramanoto?"

Questi sono gli interrogativi di apertura del suo ultimo saggio dal titolo :" L'invenzione dell'economia", pubblicato in Italia dall'editrice torinese Bollati -Boringhieri.

Il padre della teoria sulla "decrescita felice", lancia, infatti, con questo ultimo lavoro uno sguardo radicale sui dogmi dello sviluppo. E questo dopo aver, ovviamente,  fotografato l'esistente.

Scrive Latouche in proposito: "Viviamo l'acme della mercificazione del mondo : l'economia non si è solo emancipata dalla politica e dalla morale, ma le ha fagocitate".

Possiamo dargli torto, oggi, nel momento in cui tutto si compra e si vende ovunque senza remore e pudori? E gli scandali, di cui ci dettagliano i media  con dovizia di particolari, fanno scuola?

Latouche ripercorre dalle origini la storia dell'economia, da Aristotele ad Adam Smith, tentando di capire come mai oggi concepiamo il mondo attraverso i prismi dell'utilità, del lavoro, della concorrenza e della crescita illimitata. E ci spiega anche che non è affatto sempre stato così.

Mentre, invece, a suo parere bisognerebbe capire cosa abbia spinto in particolare l'Occidente ad inventare il valore della produttività, del denaro, della competizione, arrivando a quella che il Nostro definisce una "vera e propria" ossessione utilitaristica.

Per uscire dall'attuale crisi, o come la chiama Latouche "il crepuscolo della ragione", esiste un'unica strada da percorrere : costruire per gradi  una società diversa, liberata dalla "religione" della crescita e dell'economia (per lui anche quella verde, anche  quella sostenibile).

In conclusione la proposta è quella di  cercare soluzioni nell'ambito locale,nel vicino, nel proprio territorio insomma. Ridurre poi  i consumi , eliminando sprechi, e realizzare la maggiore autosufficienza produttiva possibile.

E ,secondo Latouche, un tale agire dell'uomo non è per niente un ritorno al passato semmai  uno stimolo a costruire un futuro "diverso".

Possiamo rifletterci?

Io, visti i tempi, direi proprio di sì.

In quanto peggio di così ,e senza "bussola", nonsi può.

Cambiare potrebbe essere la soluzione ad un'infinità di problemi e, forse, ad una migliore qualità della vita.

 

   A cura di  Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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