A completamento del Modello di Pianificazione economico finanziaria a cura di Gianluca Imperiale, founder di bpexcel.it, in questo 11° appuntamento inseriamo alcuni indicatori aziendali che ci sono di aiuto nella valutazione della perfomance aziendale.
Gli Indici sono rapporti numerici tra i diversi valori aziendali riportati nei 3 prospetti riepilogativi: Stato patrimoniale, Conto Economico e Cash Flow. Essi forniscono dati sulla situazione economico, finanziaria e patrimoniale dell’azienda.
Come primo passo rettifichiamo:
- STATO PATRIMONIALE:
ATTIVITA':
• Blocco 1Attività Fisse: rientrano in questo blocco tutti gli impieghi il cui ritorno in termini di liquidità, si manifesta oltre l’esercizio. Troviamo in questa categoria tutti gli investimenti a lungo termine.
• Blocco 2 Attività Correnti: in questo blocco rientrano tutti gli impeghi il cui ritorno in termini di liquidità si manifesta nell’esercizio. Le categorie delle stato patrimoniale che solitamente rientrano in questo blocco sono:
Giacenze di magazzino, Crediti verso clienti, Crediti diversi, Banca/Cassa
PASSIVITA:
• Blocco 3 Capitale Proprio: il capitale proprio rappresenta la fonte di finanziamento a lungo termine in parte apportata dai soci dell’azienda e in parte generata tramite l’attività stessa ;
• Blocco 4 Debiti a medio lungo termine: sono costituititi da tutti le fonti apportate da finanziatori interni e esterni all’azienda.
• Blocco 5 Passività correnti: rientrano in questo blocchi i finanziamenti che devono essere rimborsati entro un anno.
- CONTO ECONOMICO
• Blocco 1 Valore della Produzione: è il risultato dell’attività caratteristica dell’azienda
• Blocco 2 Costi della Produzione: i costi esterni(quindi variabili) inerenti alla gestione caratteristica dell’azienda legati alla produzione stessa
1° Margine ->Valore aggiunto (Blocco 1 – Blocco 2)
• Blocco 3 Costo del Lavoro: rappresenta il costo interno che entra nel processo produttivo, conseguentemente il primo che deve essere remunerato;
2° Margine -> Margine Operativo Lordo
• Blocco 4 Ammortamenti e accantonamenti: sono tutti gli altri costi fissi interni, che entrano nel processo produttivo;
3° Margine -> Reddito Operativo
• Blocco 5 Saldo gestione finanziaria: da indicazione attraverso gli oneri finanziari, del costo del reperimento del denaro per finanziare l’attività stessa;
4° Margine -> Reddito Corrente
• Blocco 6 Saldo gestione straordinaria: riporti ricavi e costi non inerenti all’attività produttiva aziendale;
5° Margine -> Reddito prima delle imposte
• Blocco 7 Imposte ed onere tributari
6° Margine -> Risultato netto
Calcolo Indicatori:
Indicatori Redditività:
ROI (return on investment), misura la redditività degli investimenti, e rappresenta uno dei più importanti indicatori aziendali.
Indica la redditività degli investimenti aziendali, che viene poi rapportata al costo del denaro relativo al reperimento dei fondi stessi. E’ fondamentale per la sopravvivenza nel medio-lungo periodo dell’azienda stessa che il ROI sia maggiore del tasso di interessi dei fondi raccolti.
Il ROI è dato dal reddito della gestione caratteristica, ovvero il reddito operativo (3° Margine del Conto Economico) diviso il capitale investito (patrimonio netto + indebitamento finanziario netto).
ROE (return on equity), misura la redditività del capitale proprio. E’ il rapporto tra il reddito netto dopo le imposte ed il capitale proprio dell’azienda.
Da quindi l’indicazione del tasso di interesse di rendimento del capitale proprio, che confrontato con i rendimenti sicuri (ad esempio BOT) indica la remunerazione del rischio che è pari alla differenza tra ROE e titoli a rendimento sicuro. Il Roe per essere giudicato positivamente deve avere un tasso di rendimento maggiore rispetto ai titoli a rendimento sicuro.
Indicatori Liquidità:
Capitale circolante netto = Attività correnti – Passività Correnti.
L’analisi del capitale circolante netto non deve essere mai statica, ma quello che deve essere monitorato è la sua variazione nel tempo.
Una situazione in cui le attività correnti sono maggiori delle passività correnti, potrebbe ad esempio evidenziare un iniziale squilibrio finanziario, in quanto non riesco a sopperire agli impieghi a breve termini con fonti a breve.
Non ci si deve fermare alla fotografia della situazione in un determinato periodo ma è necessario analizzare la variazione del capitale circolante netto negli ultimi periodi. Una variazione del circolante costante e negativa , evidenzia situazione strutturale dell’azienda imputabile sia ad aspetti economici (diminuzione della redditività che sarà evidenziato dagli indicatori di redditività) che patrimoniali (incremento del magazzino, dei crediti commerciali o diminuzione dilazione fornitori).
E’ ovvio che nel caso sia imputabile ad una diminuzione di redditività per ripristinare l’equilibrio non si può operare solamente attraverso un aumento delle Passività Correnti (ad esempio richiesta aumento fidi Bancari), ma sarà necessario agire in maniera strutturale anche sui costi aziendali.
Al contrario se siamo di fronte ad una variazione del circolante negativo dovuto ad aspetti patrimoniali imputabili a scelte strategiche aziendali, la situazione non si può definire negativa.
Ad esempio un aumento del magazzino per ottenere una riduzione del costo di acquisto, oppure una aumento dei giorni di dilazione concessa ai clienti per ottenere maggiori ricavi , portano ad una variazione del circolante negativa che deve essere coperta attraverso un aumento dello scoperto di conto corrente.
Altro punto da analizzare è la composizione delle varie poste. Per i crediti commerciali è importante verificare la presenza dei cosiddetti crediti “incagliati”, ovvero crediti insoluti che devono essere rettificati e spostati nell’attivo immobilizzato. Lo stesso dicasi per il magazzino nel caso di materiale obsoleto, la cui giacenza in magazzino va oltre l’anno, è necessario rettificare tale posta inserendola nell’attivo immobilizzato.
Margine di tesoreria = Liquidità immediate + Liquidità differite – Passività Correnti
E’ un concetto più stretto di liquidità, un valore minore di 0 sta solitamente a significare che i crediti commerciali non sono coperti dalle passività correnti ma da impieghi a lungo termine. Se i crediti commerciali, come riportato sopra sono stati depurati da eventuali crediti incagliati, un valore del margine di tesoreria minore di 0 rappresenta sicuramente un dato negativo da analizzare.
Un valore maggiore di 0 è sicuramente indice di una buona struttura finanziaria, ma anche in questo caso, qualora sia troppo elevato è necessario analizzare le cause. Un margine di tesoreria molto elevato potrebbe ad esempio essere dovuto ad elevate disponibilità liquide in Banca non investite in attività più redditizie.
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Nei prossimi articoli illustreremo con alcuni casi pratici l’utilita del modello di pianificazione.