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Piano Twelve: Grandiose Emozioni

Creato il 16 novembre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Postato il novembre 16, 2011 | TEATRO | Autore: Giuseppe Floriano Bonanno

Piano Twelve: Grandiose EmozioniDopo tante difficoltà ed interrogativi, una forzata chiusura ed un encomiabile tentativo di salvataggio, finalmente il Teatro Duse riapre i battenti sotto la guida di un coraggioso ed entusiasta pool di 6 imprenditori. La serata è di quelle di gran gala, con la presenza in platea di esponenti del teatro, dello sport, del cinema, della tv, dell’economia e delle varie categorie professionali, tutti accorsi con grande entusiasmo per questa attesa rinascita. Il teatro vive di e per il pubblico ed è subito emozione vera e profonda ad illuminarlo, quando, apertosi nuovamente il sipario a scoprire il palcoscenico del Duse, il Coro del Friuli Venezia Giulia intona “Fratelli d’Italia”, con tutti gli spettatori in piedi ad accompagnarlo partecipi. L’onore di dar principio alla stagione teatrale è toccato all’ardito spettacolo “Piano Twelve”, eseguito da una formazione di giovani pianisti (Matteo Andri, Valeria Anzil, Federica Bello, Marzia Bisogni, Paolo Chiarandini, Giorgio Cozzutti, Caterina Croci, Alessio de Franzoni, Ferdinando Mussutto, Fabiana Noro, Daniele Russo, Agnese Toniutti) che si fanno latori di un progetto indubbiamente innovativo ed originale. Il loro concerto d’esordio, tenutosi nella loro città, Udine, risale al settembre 2010: un debutto, di grande successo, di fronte a oltre 4000 persone, con una successiva replica al Teatro Strehler di Milano trasmessa in mondovisione. Bastano pochi istanti e poche note per catturare, trattenendola fino in fondo, l’attenzione e la partecipazione ammirata di tutto il pubblico: i dodici musicisti, sei uomini e sei donne, alternativamente vestiti di bianco e di nero, come i tasti dei loro pianoforti a coda, suonano simultaneamente, come un grande coro vocale, dando il la ad un evento assolutamente unico, caratterizzato da progressioni ritmiche simultanee, alternate ed opposte.

Piano Twelve: Grandiose Emozioni

Le strutture, ritmate con i 1056 tasti bianchi e neri dei 12 pianoforti, generano un programma altamente suggestivo: superfici, linee, intrecci, sequenze di suoni e colori, finiscono per sommarsi, ora fondendosi, ora separandosi, in un’energica musicale armonia. Veloci sulle tastiere, le ventiquattro mani si mettono a suonare tutte insieme appassionatamente alla ricerca di sonorità inimmaginabili, ora ardite, ora rigorose, sempre impeccabilmente perfette, regalando momenti di sublime emozione. Il repertorio proposto alterna la grande tradizione della musica classica a firme moderne e contemporanee di differenti musiche folk. Si apre con l’Estate di Vivaldi e La bella addormentata di Tchaikovsky, per poi passare a Beethoven e Mozart. Ma è con una struggente interpretazione del Bolero di Ravel che il teatro si scalda oltre ogni misura segnando un netto iato nel ritmo. Si prosegue con Orobroy, il piano flamenco di David Peña Dorantes, e Honky Tonk Train Blues, famosissimo lavoro di Meade Lux Lewis, per poi stupire tutti con un’interpretazione “classica” del rock dei Van Halen (Jump) e con i suoni balcanici di Goran Bregović (Kalashnikov). Dopo aver avvinto strettamente a sé il pubblico con queste performance di grande impatto e suggestione, è tempo di rendere la serata monumentale con l’ingresso sul palcoscenico del Coro del Friuli Venezia Giulia, preparato dal Maestro Cristiano Dell’Oste, che dell’evento musicale ha curato anche la produzione. Le voci imperiose impreziosiscono la serata con l’esecuzione, tra gli altri brani, di Fortuna imperatrix mundi dai Carmina Burana di Carl Orff e 1492: Conquest of Paradise di Vangelis, che letteralmente incendiano il Duse, costringendo all’immediato bis in un teatro percorso da vibranti ed interminabili applausi. Se uno spettacolo memorabile doveva segnare la rinascita dello storico teatro bolognese, ebbene questo “Piano Twelve” ha perfettamente assolto allo scopo, regalando a tutti gli spettatori accorsi una serata da serbare tra i ricordi più cari.

Gli scatti inseriti nell’articolo sono stati gentilmente concessi dal Teatro Duse di Bologna



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