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Il particolare tipo di muschio, privo di tessuto vascolare, è rimasto nascosto a lungo continuando a vivere e soprattutto ad accennare una forma di riproduzione. La scoperta è dovuta, ahinoi, al ritiro del ghiacciaio Teardrop, sopratutto nel corso degli ultimi anni. Dal 2004 ad oggi il tasso di fusione del ghiaccio è accelerato di 3-4 metri all'anno. Ciò ha esposto alla luce del giorno delle aree a lungo sepolte fin dai tempi della piccola era glaciale, il periodo tra il 16° e 19° secolo, in cui a causa dell'abbassamento delle temperature globali si formarono imponenti ghiacciai, che coprirono varie regioni dell'emisfero settentrionale. "Stavamo camminando lungo il bordo del ghiacciaio e abbiamo visto queste enormi popolazioni uscire fuori dal ghiaccio, sembravano avere un forte colore verde", ha detto alla BBC Catherine La Farge, autore principale dello studio. Il ritrarsi del ghiacciaio ha fatto sì che gli steli e le foglie di briofite tornassero letteralmente alla luce. Non si tratta di una pianta qualunque, ma della prima ad essersi adattata alla vita sulla terraferma. Finora, della crescita delle piante vicino ai margini dei ghiacciai era considerata responsabile la vegetazione circostante. Tuttavia, usando la datazione al radiocarbonio, La Farge ed i collaboratori hanno scoperto che il verde che emergeva fuori da Teardrop non era affatto recente ma aveva tra i 400 e 600 anni di età. Da qui l'idea che le piante fossero rimaste sepolte durante la piccola era glaciale, tra il 1550 e il 1850. “Sappiamo che le briofite possono rimanere dormienti per molti anni (per esempio, nei deserti) e poi vengono 'riattivate', ma nessuno si aspettava che fossero ancora giovani dopo quasi 400 anni sotto un ghiacciaio” ha commentato La Farge. “Ogni cellula di briofita può riprogrammare se stessa per avviare lo sviluppo di una nuova pianta. Ciò equivale alle cellule staminali nei sistemi faunistici”. Miracoli della Natura, a cui difficilmente ci abitueremo: “C'è tutto un mondo che sta venendo fuori da sotto i ghiacciai e che ha davvero bisogno di essere studiato”. Lo studio è stato pubblicato su Pnas. Fonte: www.greenme.it
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