Testa bassa e sorriso d’ordinanza. Mentre tutto esplode, mentre la pressione sale lo sguardo resta impassibile, dritto e fiero. La sfida al mondo, alle avversità, a chi si compiange, lamenta e rimpiange. Non c’è tempo per piangere, non c’è scopo nel rimpiangere. Non ci sono orecchie per lamenti. Pianto: nome singolare maschile o prima persona del presente indicativo del verbo piantare. Prima semiologia legata al dolore, alla tristezza alla sofferenza, fisica ed emotiva. O anche pianto di gioia. O “pianto un fiore, un seme” oppure “pianto tutto“= mollo tutto..me ne vado. Tutto il male e tutto il bene. La stanchezza del passato contro un germoglio verso il futuro. Cosa sceglierai? Cosa sceglierò? Che tipo di persona vorrò essere? E tu chi sarai? Te ne andrai? Combatterai? Piangerai inerte, aspettando che qualcuno ti salvi? Pianterai il seme della pianta di fagioli alla ricerca della pentola d’oro…salirai fino in cima attraverso le soffici nuvole bianche, toccherai il cielo azzurro e terso mentre i falchi ti planano di fianco e le tue lacrime questa volta saranno quelle dell’occhio fiero ferito dalla accecante luce del sole. Le tue lacrime coraggiose cadranno in testa di quelli, che rimasti a terra a fissare le proprie ginocchia tremanti, hanno piantato tutto anche se stessi.