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Piatto non è piatta (primo trail delle colline di Piatto).

Creato il 07 aprile 2013 da Fathersnake

Ennesima puntata della serie: addormentarsi bassista e svegliarsi runner.
Trailrunner, per la precisione.

Prologo: concerto alTortugadi Vigliano Biellese con iBlack Ice. La band è in ottima forma, suoniamo bene e il pubblico che gremisce il locale in un modo quasi inverosimile risponde da par suo, tanto che non ci vuole più far smettere: una seratona. Dopo un po’ di ore di sonno travagliato sono in auto alla volta di Piatto, ripercorrendo per intero la stessa strada del ritorno dal Tortuga. Correrò il trail delle Colline di Piatto, a soli sette chilometri dal luogo del concerto. Dai finestrini della Fiesta sfila Mongrando, che si staglia sulle pendici di una collina contro un cielo fosco e nuvoloso. Immagino il profumo di caffè e cappuccino nelle cucine delle abitazioni nel quieto ozio di una domenica che sembra fatta per stare in casa al caldo tra tv, PC e letture. Sul parabrezza cade qualche timida goccia. Fa freddo, non sembra aprile. Lia, seduta, accanto a me, sopporta queste uscite con quieta rassegnazione, solo per il piacere di starmi accanto: sa che a me piace, e le basta. Questo mi fa sentire un po’ in colpa e fa sì che mi chieda cosa me lo faccia fare. Desiderio di gloria? No avrei smesso da un pezzo. Forse il senso sta tutto nella differenza tra il vivere e il lasciarmi vivere, nel voler essere protagonista della mia vita: è dal continuo puntare a migliorarmi che ne traggo il senso.

Piatto non è piatta (primo trail delle colline di Piatto).

Occhio, che arriva l'uomo nero.


Nonostante il nome aPiatto, paesino di circa 600 anime, c'è ben poca pianura ed il percorso del trail ne risentirà. La gara, che prevede due diversi percorsi, da sette e quindici chilometri, consiste in un continuo risalire e discendere declivi nei boschi tra il paese ed il confinante Ternengo sotto una pioggia fine. Al fondo di ogni china si guada un torrente, saltellando di pietra in pietra, e si risale dall'altra parte. Per numerose volte. Caratteristica, questa, che lo rende molto simile alWinter Brich che ho corso nel dicembre scorso. Tra una guadata e l'altra il piede destro finisce nell'acqua gelida. Inevitabile, alla fine. Il terreno, allentato per la pioggia, offre degli appoggi poco affidabili sopratutto in tratti con fango in superficie. Rallento, quando scorgo sul terreno i punti segnati dalle scivolate di chi mi ha appena preceduto. Per il resto, in discesa mi difendo senza problemi. E' ancora la salita il punto debole ed è l'indicazione più utile che traggo da quest’uscita domenicale.
Cercherò di rimediare con i prossimi allenamenti, orientati alla salita, stando la mia intenzione di dedicarmi al trail in modo più massiccio degli scorsi anni. 

Sette euro l'iscrizione, comprendente una scatola di biscotti al kamut, un chilo di riso (immancabile nelle gare biellesi) e una bottiglietta d'acqua. Occorre aggiungere che alla fine della manifestazione era prevista una sorta di estrazione tra tutti i partecipanti alla manifestazione. Abbondante il ristoro finale, così come ottima la gestione della gara da parte degli organizzatori, con percorso ben presidiato e ben segnalato con il classico nastro biancorosso utilissimo sopratutto laddove il sentiero non era ben visibile.  Peccato invece per lo scarso chilometraggio. I GPS segneranno, infatti, solo 11 km contro i quindici quelli dichiarati sul volantino. Per la cronaca arrivo 26esimo in poco meno di un centinaio di partenti.
Rock'n' Roll


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