Leggo la notizia sui giornali e ho un sussulto di orgoglio e piacere (non solo del palato): dopo il successo all’ex Air Terminal Ostiense, Eataly apre nella Capitale un secondo negozio a due passi da Termini, in Piazza della Repubblica
Sotto i portici che fino al 2000 erano luoghi di prostituzione e spaccio, rinati per un breve momento con il Giubileo, là dove un tempo spadroneggiava Mc Donald’s già dalla prossima estate si potranno acquistare e mangiare le migliori selezioni di cibi nazionali.
Poi trovo le prescrizioni date da Roma Capitale per consentire l’apertura:
Vietato «posizionare all’esterno carrelli di qualunque tipo sia per la clientela che per lo spostamento di merci e/o rifiuti e/o lo stoccaggio degli imballaggi» e della spazzatura. I rivestimenti verticali del bancone pizzeria dovranno essere «sostituiti con rivestimenti di colore neutro, più intonato con l’ambiente». Si dovrà «concordare un sopralluogo congiunto preventivo... per verificare il puntuale ed effettivo rispetto di quanto proposto per le coloriture scelte e individuate nella documentazione fotografica - arredi».
E penso: bene, benissimo (siamo in pieno Centro Storico, in un edificio a vincolo monumentale). Ma subito dopo mi chiedo: la città che controlla il colore dei banconi del nuovo Eataly, che mette bocca sul colore del forno, che fa aspettare due anni un imprenditore pronto ad investire, ad assumere, a riqualificare un edificio abbandonato e un'area abbandonata è la stessa città che consente a pochi metri da lì lo scempio quotidiano di ogni centrimetro quadrato spazio pubblico, l’occupazione illegale (o inopportuna) delle aree di sosta, la sosta selvaggia nelle aree pedonali con parcheggiatore abusivo annesso e connesso, il commercio quotidiano di contraffazione e pornografia, le baraccopoli dei libri, la prostituzione minorile in Via De Nicola, le 500 bancarelle di Piazza dei Cinquecento e molto, purtroppo, molto altro?
È sempre la solita storia: chi rispetta la legge è massacrato da controlli, disposizioni, ordinanze, prescrizioni (talvolta del tutto discrezionali, pletoriche, inutili, strumentali, pensate all'insegna della complicazione per poter far intervenire - dietro corruzione - chi poi sbroglia). Chi insulta la città ogni giorno rischia al massimo di finire su questo blog...Filippo Alberganti
PS: non dimentichiamoci che Eataly Ostiense subì lo stesso trattamento. Così sfiancante che ad un certo punto Farinetti aprì in maniera totalmente abusiva. Lui ha la forza (anche mediatica) di farlo. Altri imprenditori neppure si imbarcano nell'iniziativa. E se vengono dall'estero neppure si sognano di venire ad investire da noi. I dati sugli investimenti stranieri parlano da soli.