Da alcuni anni ho preso l'abitudine di passare le domeniche di primavera ed estate nel parco centrale della città. Complici le difficoltà economiche, preferisco così piuttosto che impegnarmi in costose trasferte dalle quali tornerei probabilmente più affaticata che riposata.Nel parco ci incontriamo tra amici e conoscenti che man mano vi affluiscono intorno all'ora di pranzo, sistemiamo vecchi tessuti nel prato antistante un locale a gradoni sul fiume - che abitualmente tiene aperto tutte le sere e nella bella stagione anche il fine settimana - e ci mettiamo in costume da bagno, noncuranti del non essere al mare, così come delle nostre forme non sempre perfette.
Ognuno porta qualcosa - a mo' di tradizione 'bellavita' (nella denominazione dei centri sociali) o 'potlatch' (come dicono gli antropologi) - e lo si condivide con gli altri, così che alla fine si mangiano tantissime cose diverse, come mai in casa avremmo avuto possibilità di scelta a casa. Un articolato pic-nic in cui non mancano uova sode (che mi è stato detto vanno consumate con i pomodorini per evitare l'aumento del colesterolo), formaggio, salamini, affettati, frittate, insalate miste e frutta fresca.Le bevande si comprano fresche nel circolo/birreria in questione, dove si passa anche a mettere la testa sotto l'acqua per lottare contro il caldo - con l'effetto sexy involontario e inconsapevole di ritrovarsi con i vestiti bagnati dai capelli sgocciolanti mentre si danza sul prato alle note di reggae, patchanka, punk e intera produzione sonora cubana diffusa dal medesimo locale.
Talvolta la giornata è preannunciata da qualcuno di noi presso qualche forum per l'ospitalità a stranieri, così che questi picnic diventano incroci causali di persone di lingue, età, esperienze diverse dal mondo. Altre volte si passa il tempo semplicemente a danzare, dormire, parlare, mangiare, bere, ridormire, danzare, parlare.E penso a mia nonna, che in questa zona vi è cresciuta, e a mio padre, che da piccolo ancora faceva il bagno nel fiume. Oggi non sarebbe più possibile, ma la sensazione è la stessa.
Che per essere felici abbiamo davvero bisogno di poco, a volte...
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