Volevo scrive un bel post su friendfeed (che cesserà di esistere il 9 aprile 2015), ma poi quel che avevo da dire nel bene e nel male era già stato espresso meglio, molto meglio da altri. E allora ho deciso: faccio un post alla vecchia maniera, quella degli albori dei blog. Poche righe e un bell’elenco di link a post che di friendfeed (per gli amici frienfi) hanno parlato in queste ore. Una bibliografia sul socialino, magari utile per quei giovini che sono arrivati dopo e che magari non sanno che c’è stato un prima.
Perché nel bene e nel male friendfeed è stato importante. Una sorta di brodo primordiale, una palestra in cui si è consolidata e formata buona parte della comunità social Italiana (e turca, non scordiamolo mai ;-) ).
Era il 2007, lo stesso periodo in cui in Italia cominciavamo a balbettare con la bocca parole come facebook e twitter (altrove erano già lanciatissmi). Ma mentre con i primi due si stavano ancora prendendo le misure, friendfeed per semplicità e immediatezza almeno in quel primo periodo ha visto passare sui suoi codici più o meno tutti noi. Su friendfeed, almeno io, ho imparato a rapportarmi ad una rete sociale e alle persone che la popolavano, con tutte le cose che comportava. Ho incontrato persone, che poi sono diventati amici, ho litigato, ho brindato con i cin cin 2.0, ho passato piacevoli serate, ho commentato per la prima volta in rete programmi tv (prima che la cosa diventasse routine anni dopo su twitter e facebook). Poi visto il successo di friendfeed, facebook lo comprò e alcune delle funzionalità che tanto piacevano di lui furono poi implementate sul social dei social. Uno a caso: il like. Da quel momento fu sostanzialmente lasciato a se stesso, traballante, soggetto a cadute non rare. Così un po’ alla volta gli utenti hanno cominciato a creare nuove comunità friendfiddiane su altri social in previsione del giorno in cui sarebbe stato chiuso definitivamente, e pronte ad accogliere gli esuli. Un po’ come Miami per i cubani, per intenderci. La più importante è quella su Facebook.
Ma bando alle ciance, ecco i “coccodrilli” dedicati a friendfeed dalla rete italica (in aggiornamento):
- Partiamo da Il Post che ha riportato nudo e crudo l’annuncio di Benjamin Golub, uno degli sviluppatori di FriendFeed.
- Peppe Liberti ricorda come FriendFeed sia stato anche il terreno per “esperimenti”, alcuni dei quali stupendi, che hanno avuto una vita fuori dal socialino, come Schegge di Liberazione e Voci di Corridoio.
- Mixmic76 e il suo Giao! al frienfeed: “Qualcuno ha detto che è come quando chiude il bar che hai frequentato per tanto tempo, where everybody knows your name. In effetti la sensazione è la stessa”.
- Poi c’è il post di Giuseppe Fraccalvieri, che ha avuto anche l’idea di raccogliere tutti i post coccodrillo sul gruppo facebook degli esuli del socialino. Lui secondo me da friendfeed lo sfratteranno con la polizia dopo che il social avrà già chiuso.
- Prima di tutto friendfeed è stato un luogo dove sono nate amicizie vere, non solo virtuali. Lo ricorda bene Cratete: Fifì
- After zen: Closing time you don’t have to go home but you can’t stay here…
- Michele Boroni su Wired: Dear FriendFeed, breve storia di un socialino che presto sparirà
- E poi, siccome frienfi non era solo amore e felicità come le canzoni di Albano, ci pensa Enrico Sola a ricordare: Giao Angelo! In morte di FriendFeed, la comunità che diventò l’ONU delle cricche
- Il commento di Xmau
- La signora Maria: Quando ha chiuso il Bagatto
- Giuseppe Lipari: Addio Friendfeed
- Mantellini: Friendfeed: la mano sinistra di Dio
- Luca Alagna: in morte di Friendfeed, la prima vera community social italiana
- Vincenzo Cosenza, che ricorda brevemente alcuni passaggi (anche tecnici) della storia di friendfeed
- plus1gmt: in morte di FF
- m.fisk: Vorrà dire che si riprenderà a coltivare il proprio blog
- unpirlaqualsiasi: So long…