Piccola guida all'acquisto di prodotti "cruelty free" - IV parte

Da Eloisa @EloisaMassola
La certificazione ICEA per i prodotti alimentari

Dopo la pausa estiva, prosegue la "carrellata" di Natividad fra le certificazioni sui prodotti cruelty-free.

Oltre alla già menzionata certificazione "ICEA per LAV", ICEA fornisce anche quattro diverse certificazioni sui prodotti alimentari: Vegan, Vegetariano (latto-ovo), Bio Vegan e Bio Vegetariano.
Per quanto riguarda i prodotti vegetariani, la certificazione garantisce, fra l'altro:
• il non impiego di alimenti/ingredienti/coadiuvanti di origine animale ottenuti con il maltrattamento e/o sfruttamento degli animali;
• che le uova e il latte presenti negli alimenti certificati provengano da allevamenti che rispettano le esigenze naturali degli animali e il benessere di questi ultimi (allevamenti di galline "a terra", garanzia di alimentazione e spazi all'aperto).

Per quanto riguarda i prodotti vegani, invece, la certificazione ICEA garantisce:
• il non impiego di alimenti/ingredienti/coadiuvanti di origine animale;
• il non impiego nell'intero ciclo di produzione di coadiuvanti tecnologici, filtri, membrane e altri ausiliari di fabbricazione di origine animale.

(Per informazioni più dettagliate, è possibile scaricare il Disciplinare tecnico a questo link.)

I "bollini" che i prodotti certificati ICEA devono esibire sulla loro confezione sono i seguenti:



Le aziende che decidono di aderire al Disciplinare tecnico proposto da ICEA devono pagare una quota, che varia in base al numero di ricette certificate e che comprende anche le spese relative ai controlli periodici effettuati da ICEA.
Va dunque sottolineato che anche ICEA percepisce soldi dalle aziende che decidono di certificare i propri prodotti.
Nella sezione FAQ del sito, ICEA così risponde ad un quesito riguardante i finanziamenti:

D - Salve, vorrei capire chi finanzia l'attivita di certificazione biologica. Le aziende biologiche pagano un tot annuale per essere certificate? Oppure è la Regione che vi da i fondi per i controlli e le pratiche?

R - La nostra attività di certificazione è “finanziata” dalle stesse nostre aziende certificate. Eventuali aiuti ed incentivi pubblici, previsti in certi casi per incentivare le aziende a sottoporre a certificazione i loro processi di produzione, vengono normalmente erogati a favore delle aziende stesse.
Visti alcuni precedenti famosi, in particolare nel settore della certificazione dei bilanci, qualcuno potrebbe dubitare della nostra serietà e della affidabilità dei nostri controlli. Esistono procedure e norme che regolano anche il corretto funzionamento e regolano l’accreditamento degli enti di certificazione (EN 45011 e EN 45012) oltre che sistemi di sorveglianza pubblici (come nel caso del biologico) che permettono di verificare e mettere a dura prova la competenze e terzietà degli enti di certificazione privati. Certamente non siamo dei santi ne eroi ma l’esperienza insegna che anche i sistemi pubblici non sono esenti da problemi di questo tipo.
Per ulteriore info consiglio di consultare il sito www.accredia.it e www.sinab.it.
Poiché in un articolo precedente sono stata accusata di non essere sufficientemente aggressiva e tagliente nelle mie "recensioni", ricordo a tutti i miei lettori che non è mia intenzione condurre intrepide crociate né dare dimostrazioni gratuite di fanatismo: in questa piccola guida a puntate mi limito a descrivere in breve le caratteristiche delle singole certificazioni, confidando che chi legge possieda il necessario spirito critico per comprendere quali siano valide e quali al contrario sia meglio evitare.

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