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Piccola guida per lo sbarco a Milano

Creato il 17 gennaio 2014 da Oggimordo @OggiMordo
Dicembre, tempo di partenze.
Gennaio, tempo di arrivi, gite scolastiche, fiere, sfilate e saldi.
Milano si popola di non-habitué, e c'è sempre qualcuno che non sa come fare a cavarsela con la mobilità della Grande Prugna.
Dedicato alle new entry, la mia piccola guida per sopravvivere all'arrivo a Milano.
Sfatiamo subito un falso mito, Milano non è popolata di persone antipatiche.
Milano è popolata da persone che vanno da qualche parte, sempre.
Milano non è Roma o Parigi, dove i turisti passeggiano beati con il naso all'insù per ammirare le bellezze architettoniche, che pure ci sono, ma in questa stagione sono avvolte dalla nebbia.
Milano conta più di un milione di abitanti, numero che ogni giorno credo triplica (stima del tutto personale) a causa dei pendolari disperati come me che arrivano dall'hinterland e le province più o meno vicine (conosco pendolari da Bologna) per fare una cosa sola: studiare e lavorare. Laürà, Laürà, Laürà.Tutte queste persone hanno un solo obbiettivo in mente: raggiungere il dannato ufficio/scuola nel minore tempo possibile, evitando tutti gli intralci, inclusi voi.
Per questo motivo, quando scendete dal treno in Stazione Centrale (o qualsiasi altro punto di accesso alla città), il vostro unico compito è: levarvi dai coglioni.

Piccola guida per lo sbarco a Milano

Non voltatevi o questa sarà la vostra vista in stazione Cadorna.
Foto da www.losgamato.it, che mi ricorda tanto questo:

Piccola guida per lo sbarco a Milano

Il Quarto Stato, di Pellizza da Volpedo,
all'inizio chiamato, guarda che ironia, Il cammino dei lavoratori


Non perdete tempo a cercare il verso giusto del binario: seguite la folla, lasciatevi trascinare stando attenti solo al vostro bagaglio. Se volete ammirare la Stazione Centrale, armatevi di coraggio e attraversate la folla trasversalmente, sapendo che ci sono gazzelle che rischiano meno in mezzo a un branco di ippopotami con la rabbia, e spostatevi di lato. Non restate imbambolati a fissare il vuoto. Se va bene, sarete spettinati dagli insulti, e non dite che sono i milanesi maleducati, siete voi degli impedimenti. Se va male, vi calpestano. Alla peggio vi aprono le valige, vi asportano tutto quanto avete di valore e vi ricuciono la valigia e voi manco ve ne accorgete. Certo che vi piaceva proprio il soffitto della stazione!
Tutte le persone attorno a voi, al 99% sono anche in ritardo, grazie alle mitiche Ferrovie Italiane.
Non perdete tempo a cercare la fermata della metro: seguite la folla, stanno andando tutti lì. Camminate a passo deciso, altrimenti sarete come quelli che si piazzano a 80km all'ora sulla seconda corsia in autostrada, e conosco gente in grado di abbagliare anche a piedi. Non sono i milanesi che hanno fretta, siete voi che siete lenti. Se vi sembra di essere fermi, è perché tutti gli altri hanno il passo che io definisco da "perdo il treno", ottenuto con anni di duro allenamento.
Un consiglio che apprezzerete: dalle 7.00 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 19.00
STAY CALM AND STAY LONTANO DAI MEZZI.

Piccola guida per lo sbarco a Milano

La foto riguarda San Paolo in Brasile, ma alzi la mano il milanese
che non ha mai visto una situazione del genere.


Essi sono il territorio di lavoratori e studenti imbufaliti, stanchi, ma non assuefatti ai turisti occasionali che leggono i nomi di tutte le fermate ad alta voce, ad ogni fottuta fermata.
Quando siete nel mezzanino in metro, non infastidite i passanti chiedendo dov'è la via del Duomo: ci sono cartine sui binari e al piano. Inoltre nessuno può aiutarvi, perché una persona su quattro non è di Milano, non ci vive e gli fa pure un po' schifo.
Per lo stesso motivo è inutile chiedere come si fa per salire sul Duomo, nessuno sa dove sia l'ingresso, al massimo si sa che l'ingresso è separato da quello della chiesa. E' un mishtero.
Altro luogo comune: i milanesi sono tristi. Non è vero, siete voi che siete sovraeccitati. La mattina, sui mezzi pubblici, la gente sta zitta perché è impegnata a raccontarsi mentalmente delle favole per evitare di pensare al lavoro e alla scuola, e la sera cerca quello che non ha da almeno 9 ore: un po' di pace.
Magari non la trova neppure a casa, perché i serramenti delle case fanno schifo e tra chiudere le finestre e vivere sulla strada non cambia nulla, almeno a livello acustico. Perciò la suoneria quadri tone a volume 10 con la cavalleria rusticana risparmiatevela, insieme a tutto il contenuto della telefonata. Non sono indifferenti, hanno tante cose a cui pensare, e voi non siete tra quelle.
In gran parte delle stazioni si deve obliterare il biglietto anche in uscita: evitate di auto-gambizzarvi cercando di uscire dai tornelli senza timbrare. Tenete il biglietto portata di mano, non bloccate la fila dietro di voi, altrimenti qualcuno vi camminerà sopra. E' una delle discipline del decathlon del milanese.
Altro consiglio spassionato: non cercate di trovare l'uscita giusta dalla metro. Ogni fermata ha almeno 6 uscite e voi prenderete sempre quella sbagliata. Garantito al limone. Non importa quanto vi siete applicati, se vi siete stampati una cartina o tatuati le istruzioni su un avambraccio. Per quanto mi riguarda, se non passo almeno 20 volte dalla stessa fermata, sbaglio ogni dannata volta.
Non fate gli eroi: se vi sembra tanto 1,5€ per un biglietto della metro/tram/bus e pensate che ce la fate benissimo a percorrere la distanza tra due fermate, vi ritroverete con le piaghe ai piedi, i tacchi incastrati nel fottutissimo pavé e nessuno che fornirà indicazioni. Perché vi conosco, mascherine, siete venute a Milano con le scarpe della festa, non con le sneakers più usate e comode che avete. Non sono i milanesi pigri, siete voi che non sapete misurare le vostre forze.
Si dice che a Parigi, in qualunque punto ti trovi c'è una fermata della metro entro 500 metri. Bene. A Milano, in qualunque punto ti trovi, è più vicina una fermata della metro di Parigi di quella italiana.
Ah, dimenticavo: a Milano esiste la linea 5 della metro, ma non la 4. Ops. Se la sono persa per strada. E' un altro mishtero.
Adesso che siete arrivati dove volevate arrivare, godetevi la città.
E quando, alla fine della vostra visita di piacere, vi accingerete a tornare a casa, ricordate che Milano non ha tempo di salutarvi, quindi non esistono sale d'aspetto nelle stazioni. In stazione Garibaldi non c'è nemmeno un posto in cui sedervi. Ma voi, per favore, non vi piazzate sul passaggio con le valigie da 70 litri piene di cotolette e altre amenità meneghine, per poi farvi travolgere da mandrie ripetute di passeggeri ad ogni arrivo di treno. Non avete idea della forza di una carica di vecchine cariche di borse da shopping compulsivo che sta perdendo il treno.
Di nuovo, non sono loro maleducate, siete voi d'ostacolo tra loro e il polpettone che devono cucinare.

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