Piccola lettera di San Valentino

Creato il 11 febbraio 2015 da Koalalondinese @farego

Caro amore mio,

per questo San Valentino voglio dedicarti qualcosa di intimo, qualcosa alla “vecchia scuola”, ti regalo quindi una lettera d’Amore.
Ci siamo conosciuti nel 2007, e mi hai sedotta all’istante. É stato un colpo di fulmine, di quelli che ti lasciano storidita a chiederti come cavolo hai fatto a vivere tutti quegli anni senza averti conosciuto. Senza mai esserci incontrati.

Appena ti ho visto ho capito che alcune cose vanno attese, soprattutto quelle belle. Ho capito che l’attesa stressa, ma poi ripaga. Essa é come un piatto che va gustato lentamente, come un dolce morbido e sensuale, dove affondi il cucchiaino, lo sollevi e lo osservi, e poi lo porti alla bocca e lasci che il sapore esploda e poi si fonda sulla tua lingua.

Quando sono ripartita in quell’aereoporto mentre guardavamo il cielo grigio pur essendo Luglio, io ti ho promesso che sarei tornata. Ti ho promesso che sarei stata solo tua, che sarei stata fedele, che ti avrei pensato e avrei cullato nel mio cuore l’idea che prima o poi sarei venuta a vivere da te.

Abbiamo cosí iniziato un lungo rapporto a distanza. Per anni, sono venuta a trovarti, per anni siamo rimasti appesi a mille promesse. Ogni volta che ritornavo in Italia, era peggio. Ogni volta all’aeroporto le stesse promesse, le stesse richieste. Torna, torna da me Giada. Giada non vedi quanto stiamo bene assieme, perché mi lasci?

Ho paura. Ti rispondevo sempre cosí. Io vorrei venire a vivere qui con te, ma ho paura.

Ma la lontananza distrugge o rafforza, non c’é tonalitá di grigio, solo bianco o nero. Non c’é compromesso che tenga, perché ad un certo punto devi prendere una decisione, ad un certo punto devi decidere dove stare … con chi stare.

E io ho scelto te. Ti sceglierei sempre e comunque. Perché sei un amante eccezionale, perché mi prendi e mi scuoti tutta, perché mi hai messo davanti a delle scelte che pensavo di non poter, saper prendere.

Perché nonostante le violenti litigate di questi anni, i momenti che mi hai fatto piangere e chiedere perché io perda tempo con te. Nonostante le notti insonni a rigirarmi nel letto, e le volte che mi hai fatto sentire sola … nonostante tutto questo, tu sei di quegli amanti che poi ti sorprende con qualcosa di unico. Tu, proprio nel preciso momento che sto per mandare tutto all’aria, tu te ne esci con qualcosa che mi fa cambiare idea. Tu fai qualcosa che mi fa innamorare ancora piú di te.

Come quella sera dell’autunno del 2010, quando volevo lasciarti, ma sotto al London Eye tutto illuminato con le capsule come stelle azzurre, tu mi hai convinto a rimanere.

Guardami, e dimmi che mi ami. Guardami e rimani qui con me, io ti prometto che andrá meglio. Mi hai sussurrato, prima di scendere giú per Westminster station.

E io ti ho detto di nuovo di sí. E sí te l’ho detto tante volte in questi anni, sí che ti amo, sí che ti sono fedele, sí che ti sceglierei sempre e comunque, sí pure quando sei freddo e scostante, o vai a mille e non sembri vedermi.

Ma come ho giá detto tu sei straordinario, anche quando vorrei solo che la piantassi di chiedermi di rimanere con te, perché lo sai dove é il mio cuore. Giada, non ti ho mostrato ancora il meglio, il meglio di me e te.
Tu mi hai fatto conoscere i tuoi amici, mi hai intrattenuto fino all’alba a guardar sorgere il sole, mi hai regalato la neve, natali sfavillanti e luccicosi, risate a non finire, lunghe passeggiate al parco, corse sotto la pioggia, lunghe attese alla banchina, tramonti a South Bank, viaggi in treno nella campagna inglese, serate al teatro, pomeriggi al cinema, ci siamo persi in alcuni quartieri, ci siamo ritrovati davanti a una birra nel tepore di un pub, abbiamo scarpinato per mercatini e mangiato in localini interessanti, mi hai suggerito di aprire un blog, e dato spunto per articoli pure nel cuore della notte o semplicemente guardando una persona, ma tu … sí tu, tu in questi anni mi hai cambiata, mi hai resa diversa e un poco British.

Tu che te ne stai ora a guardarmi mentre scrivo … di te, di noi. Tu e i litri di tea che mi hai abituato a bere, ora sei qui e mi fissi, mi fissi con quello sguardo di sfida misto a curiositá. Curiositá di vedere quanto ancora io possa amarti, se io posso amarti di piú di quanto giá io ti ami. Nonostante il tuo carattere proprio non facile. Nonostante la montagna russa di questi anni, nonostante i miei e tuoi di momenti che si mescolano assieme.

Nonostante tutto, tu fai sempre qualcosa per farmi continuare a scegliere e amare te, Londra. Ti basta poco oramai, come farmi intercettare il sorriso di un passante, o trovare un libro che cercavo da parecchio a pochi centesimi negli scaffali dell’usato, oppure farmi perdere la metro, e farmi uscire fuori dalla stazione, fuori in una fresca e trafficata serata londinese con il Big Ben e il London Eye illuminati come lampadine, i turisti presi a fotografarli mescolati al via vai di chi torna a casa, e mentre mi incammino arrivi tu con una folata di vento che mi arrossa le guance, e ti sento che ridi sai, come a dire … solo io Giada, solo io sono capace di farti arrossire senza dirti nulla!

Londra, ti amo.


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