- festa a Roma per Karol Wojtyla santo -
piccola principessa
di Iannozzi Giuseppe
Piccola principessa
a Vany, l’unica principessa
che ama uno spiantato
Avanti, non far la timida,
non nasconderti da me
Fuggi veloce dalla stalla
del bambin Gesù,
le stelle in cielo son via
e alto risplende il sole;
nei prati in fiore il pigolio
di uccellini e bambini
ti ricorda che è primavera
Con l’alma colma di preghiera
il ruscello veloce scorre;
dal bosco le creature di Dio
escono per bere
a pelo dell’acqua
un sorso di freschezza
Coraggio, piccola principessa
Non è che troppa tenerezza
ti ha spinta a vita di sola poesia?
Esci e vieni a vedere
quanti sono i colori;
tra valli e prati i boccioli novi
non li conti manco
con l’immaginazione
Sveglia la santa bellezza
che così bene ti dona,
e dammi presto un bacio indecente
Bionda ballerina sul filo
a Chatterly
che non perde mai il filo del discorso
In punta di piedi sul filo del rasoio
La città di suicidi e gas di scarico
riposa in basso e di niente si cura
Il giovane marinaio promette alla sua bella
che da lei farà ritorno, ma l’assicuratore
punta l’indice, dovrà prima imparare
a stare a galla come un pesce morto nell’età del jazz
Nell’intanto la bella nutre speranze e amanti
Te l’ho mai detto
che ho un debole per le bionde ballerine?
Te l’ho mai detto che piango sempre
quando il Lago dei Cigni spenge le sue ultime note?
Ma tu sul filo, tu bella ballerina
che ne sai di Caruso tenore dei tenori
Hai mai provato il brivido di un acuto
tanto forte da spezzarti la schiena?
Si scioglie in lacrime la Barbie
che m’hai regalato per il compleanno,
e volano via i volti disfatti dalle cornici
per una crisi uterina giù a Wall Street
Ma in un non troppo lontano manicomio
un deforme batte a morte sul tamburo di latta
In punta di piedi sulle nuvole
hai sognato un filo al di sopra di noi
Non mi resta che imparare a crescere
Non mi resta che imparare a scrivere
questa buffa storia prima che il TImes
mi costringa ad abortirla dal naso
La strega cattiva
a Cinzia,
una strega di tutto punto
La strega cattiva stamattina
giù dal letto m’ha buttato
con un unico preciso colpo di scopa
Sul legno duro del pavimento
battendo il capo ripetutamente
un urlo solamente ho sputato
ché tosto son piombato
in altro sonno senza scopo;
e però nero più del nero
Infine riavuto il senno indietro
ma ben bene incaprettato,
da capo a piedi mi guatava
la strega divertita
cachinnando con eco di cornacchia,
come sol chi i natali
gliel’ha dati l’Inferno
chissà quanti anni addietro
Seppur non scevro di coraggio
ammetto d’aver a vuoto ingoiato;
la mia bocca un deserto edace
e l’alma mia senza pace
Davvero non sapeva io
a qual santo dimandar aita,
e soprattutto contezza non c’era
se un angelo dal suo limpido cielo
sarebbe in mio soccorso
presto sceso
Colla Fede già pronta a farsi bestemmia
d’improvviso una luce abbagliante,
e in un men che non si dica io slegato
libero uccel di bosco in una landa fiorita
tra virginali agnelli e angeli ancor più belli
Della cattiva strega manco più l’ombra,
solo una debole eco straziata ma lontana,
così alla mia bella Angela abbracciato
a lei il mio sorriso