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Piccola quotidianita’ di un Traslocatore seriale

Creato il 04 settembre 2012 da Albino

Niente di nuovo dal fronte, se non che sono stra-impegnato nei preparativi (lavorativi e non) in vista del trasloco. Tipo mille moduli da compliare, mille visti da fare, mille ambasciate da avvertire, mille preventivi da chiedere, mille rimborsi da esigere. Cose di ordinaria amministrazione per noi Traslocatori Internazionali Seriali e Compulsivi (TISC, sembra il nome di una malattia in effetti).

Oggi ho fatto la gradevole scoperta che ad HK l’azienda non mi dara’ il cellulare aziendale bensi’ si limitera’ a pagarmi la bolletta di quello privato… quindi ho azzerato le spese mensili di telefono, che e’ cosa buona e giusta. E con questa mi sono tolto dai coglioni gli IT che mi braccano ogni mese successivo ai miei viaggi in Giappone rompendomi le palle per la bolletta stratosferica (e di regola le chiamate minatorie dell’IT partono quando la bolletta supera i 500 euro ahah).

A parte questo, sto avendo problemi atroci nel vendere la macchina. Ho messo alcuni annunci on-line, tipo questo ma sembra che li caghino al massimo 4-5 persone al giorno. Boh. Ne ho messo perfino uno a pagamento sul sito piu’ importante in Australia e oggi l’annuncio ha ricevuto… 3 visite! (Ma il problema l’ho capito qual e’: i concessionari mettono le macchine in vendita online, hanno abbonamenti premium e il mio annuncio quindi finisce a pagina 87. Facce di merda).
A proposito, se qualcuno di voi lettori vive in Australia e sta andando in cerca di una macchina, la mia puo’ fare al caso vostro! (e voi potete fare al caso mio!)

Altro problemino logistico che sto vivendo in questi giorni e’ il dilemma frigo-lavatrice. Ho scoperto che al contrario dell’Australia a HK sia frigorifero che lavatrice fanno parte della dotazione di serie degli appartamenti non ammobiliati, quindi devo per forza vendere anche questi due elettrodomestici seminuovi prima di partire. Solo che… quando li vendo? Se li provo a piazzare adesso mi ritrovo senza frigorifero per un mese, mentre se li provo a vendere piu’ tardi e’ facile che mi ritrovi sulla scaletta dell’aereo con una lavatrice come bagaglio a mano. Bel casino, uhm.

Che altro? Ah si, ieri mi ha chiamato un recruiter offrendomi se non una montagna diciamo una discreta collinotta di yen per tornare in Giappone. Posizione aperta dal nostro principale competitor, azienda tedesca che noi stiamo mazzulando ovunque in Asia tranne in Giappone dove sono piu’ grandi loro (nel ferroviario). Sembra siano in cerca di uno di noi rarissssssimi consulenti esperti in sicurezza con conoscenza nel ferroviario e capacita’ di comunicare in giapponese, ed evidentemente (guarda caso!) io ero in cima alla lista (a differenza dei siti di vendita automobili…).

Ovviamente ho detto no grazie, visto che (a) sto andando da un’altra parte con ben altri piani ma soprattutto (b) se cambio di nuovo azienda mi sputtano (verbo sputtanarsi) agli occhi dei miei clienti giappi, e questo sarebbe un po’ come scalpellare il mio nome (in katakana) sulla lapide della mia fine professionale nella Terra del Sol Levante.

(Pero’, devo ammetterlo, mentre dicevo “no grazie” ho sentito una pugnalata al petto e mi e’ calata una lacrimuccia nel pensare a quanto avrei dato per avere un’occasione cosi’ nel 2007-08 quando stavo cercando disperatamente lavoro a Tokyo. But again, se allora non fossi andato a lavorare per i giapponesi ieri non avrei ricevuto quella proposta, quindi e’ un po’ come volere l’uovo oggi e la gallina domani allo stesso tempo, no?).


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