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Piccola storia di vita (stra)ordinaria.

Da Suddegenere

“E’ morta Ute, raccogliamo i soldi per darle il funerale che merita”. Questo il contenuto di un foglio attaccato, il 25 giugno, sul portone di un palazzo in centro città. Chi è di Catanzaro, come me, non puo’ non sapere chi fosse Ute. Dormiva, con i suoi cani, nell’androne di un palazzo signorile , occupato per lo piu’ da uffici, in una zona dove di giorno c’è un intenso via vai di uomini in giacca e cravatta e signore fresche di parrucchiere.  Piccola storia di vita (stra)ordinaria.

Non sono stata ai suoi funerali, ma mi hanno raccontato che la chiesa di San Giovanni, che è tutt’altro che piccola, era gremita di persone andate a salutare per l’ultima volta una donna che era una concittadina speciale, che aveva sempre un sorriso per tutti, non chiedeva mai nulla ma accettava con grande dignità.

Intervista a Ute Malga Weiss (di Franca Fortunato, pubblicato anche sul Quotidiano della Calabria)

“”…Noi vogliamo raccontare la storia di una di loro, come testimonianza di una città dove, ancora, a dispetto dei tempi,il senso di umanità e di accoglienza vivono nelle relazioni umane. Si tratta di Ute Malga Weiss, una donna di origine tedesca, che con il suo amatissimo cane, Cecchi, vive per le strade della città e la sera, con il suo fedele amico, dorme per terra, nell’atrio di un palazzo, avvolta nei suoi due sacchi a pelo e due coperte e il suo zaino le fa da cuscino.La incontriamo, insieme alla sua amica, Lorenza Rozzi, a Piazza Matteotti e sedute su una panchina ci racconta di sé. Ute si rivela una donna energica, vitale, coraggiosa, libera, generosa e riconoscente. Sul suo viso porta i segni di una vita “difficile” e “dura”, ma anche la serenità di chi ha un cuore grande e un amore smisurato per la propria libertà di donna che mal sopporta costrizioni e violenze su di sè.

Da dove viene?

< Sono nata nel 1958 a Worms, vicino Francoforte. Qui sono cresciuta con i miei genitori e le mie sorelle. La più piccola l’ho cresciuta io. Ho studiato e lavorato. La mia professione è quella di parrucchiera, ma ho dovuto rinunciarvi per via di un’allergia alle mani. Ho lavorato in una fabbrica tessile e ho fatto tanti altri lavori. Quando è morto mio padre ho preso la decisione di lasciare la Germania. Con mia madre non andavo d’accordo, voleva mi sposassi e facessi tutto quello che lei diceva. Ho prelevato i miei risparmi e sono andata in Francia. Era il 1989. Dopo quattro anni e dopo aver girato la Francia, sono arrivata in Italia, al nord. Nel 1993 sono arrivata a Reggio Calabria dove ho conosciuto il mio compagno, mio connazionale, con cui ho convissuto per 13 anni. Da Reggio ci siamo trasferiti a Nicastro quando lui, avuta una piccola eredità, comprò una casa>.

Quando è arrivata a Catanzaro?

<Nel 2006, quando lui decise di tornare in Germania e mi mandò via. Qui avevo amici, conoscevo la città. Appena arrivata ho subito una violenza da parte di due rumeni, che mi hanno picchiata , minacciata con un coltello e violentata. E’ stato di notte sulla spiaggia a Catanzaro Lido, avevo con me il mio cagnolino e otto cuccioli. Uscita dall’ospedale, li ho denunciati, ne ho identificato uno, ma non ho mai saputo niente e non mi importa saperlo>.

E’ dopo questo episodio che è entrata al Centro calabrese di Solidarietà?

<Si, mi ha mandato l’assistente sociale. Ci sono rimasta un anno e mi sono trovata benissimo. Poi per due mesi sono stata ospite di una Casa famiglia alla Fortuna, ma una ragazzetta di 25 anni mi voleva comandare. Nessuno mi può comandare,solo io. Ho lo spirito della libertà. Mi piace la mia libertà. Ho preso la mia roba e sono andata via, anche se resto ancora in contatto con loro>.

Come si trova in questa città?

<Io sono innamorata di questa città, i catanzaresi hanno un cuore grande, più dei nicastresi. Ho tanti amici che mi aiutano, ma mi manca il mio amico del cuore, Rolf, morto per overdose. Volevamo festeggiare il suo compleanno insieme, ma lui non c’ è arrivato. Mi mancano mia madre e le mie sorelle, con cui non ci sentiamo da vent’anni , hanno rotto con me. Mi manca mio padre e mia nonna e ogni anno all’anniversario della loro morte prego per loro. Sono evangelista e ho la fede>.

Cambierebbe la sua vita?

< Se mi offrissero da lavorare accetterei. Ultimamente mi avevano proposto, per 100 euro, di badare a una anziana e fare i lavori di casa, non ho accettato. Sono tranquilla,so che devo tenermi forte per il mio cane. La vita non è facile, le strade non sono sempre diritte, ci son curve, ma, sono ancora viva ed ho voglia di vivere. La vita è bella, ho la mia libertà, il mio cane, la gente che mi vuole bene e un giorno, forse, tornerò in Germania>. Con queste parole ci lasciamo e lei ,con il suo cane, si avvia alla chiesa del Monte dove le signore della parrocchia l’ hanno invitata a pranzo insieme ad altri. “”

ringrazio la solita, attentissima, Anita per l’ articolo.

( http://www.donneconoscenzastorica.it/decs15/index.php?option=com_content&view=article&id=270:citta-vicine-articoli-intervista-a-ute-malga-weiss&catid=24:articoli&Itemid=31 )


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