Magazine Psicologia

Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)

Da Simonaruffini

20:30 ora canadese.
Mi ritrovo in cucina davanti ad una sfida immensa. Davanti a me una scatola di fagiolini (o green-beans).Una scatola.Di latta.E senza la linguetta per aprirla.Ora, va bene essere una frana in cucina, ma sfido chiunque a capire come fare ad utilizzare un apriscatole in un batter d’occhio.Quindi ho buttato giù dal letto il boyfriend italiano e ho imparato tramite Skype ad utilizzare un apriscatole (ps. grazie boyfriend).
Questo episodio mi ha fatto pensare che forse era giunto il momento di svelare l’andamento della vita domestica in Canada. La casetta in Canadà è in un quartiere residenziale dove pullulano vecchietti (i love elderly people) e famigliole (tipo quella della Mulino Bianco).
Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)

Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)

La vicina di casa di June


L'appartamento è un bilocale molto grande con tanto di cabina armadio (che in Italia mi sognavo). Le finsestre danno sul nostro giardino molto curato dalla padrona di casa (Gisele). 
Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)

Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)

Le jardin

Ma veniamo alla parte più problematica della gestione della vita domestica: la cucina. Da quando sono arrivata sono riuscita a bruciare: 
    Piccole domestiche crescono (o almeno ci provano)
  • Carote lesse
  • Fagiolini
  • Melanzane (in padella)
  • Gamberetti

Insomma…TUTTO.Manca solo la frutta.
Un ulteriore ostacolo presente in questo ambiente è il binomio lavatrice-asciugatrice.Anche June ha dimostrato di aver qualche problemino con questi macchinari.Una volta ha provato a salire sopra l’asciugatrice, ma ha fatto male i calcoli ed è scivolata giù, finendo incastrata tra il muro e la lavatrice.La prima volta che ho provato a fare la lavatrice ho girato un po’ di rotelle a caso, cercando di seguire le istruzioni di mamma. Poi, incrociando tutte le dita ho premuto “start”. Ero pronta a dire addio al maglioncino nuovo di zecca di Zara, visto che le probabilità che da quel mostro rumosoroso potessero uscire coriandoli al posto di vestiti erano molto alte.Mi siedo davanti alla lavatrice e inizio a pregare in attesa che questo strazio finisca e io possa ufficialmente definirmi peggiore della fata colorinda (ovvero madre).Silenzio.La cosa ha finito di masticare i miei vestiti.Io e June ci guardiamo, in apprensione.Mi alzo per aprire lo sportello. June è vicina a me e se potesse parlare probabilmente direbbe:
“Sono con te, non aver paura”
Apro.Mi sbilancio in avanti per vedere l’interno.Miracolosamente tutto sembra regolare.Il maglioncino di Zara è ancora una maglia ed è ancora grigio.Vittoria!!Si presenta però un’altra sfida: l’asciugatrice. è la prima volta che ne vedo una (appena arrivata pensavo che fosse il congelatore).Ok. proviamoci. Apro lo sportello e ridico addio alla maglia. Schiaccio start e vengo investita da un rumore che è 10 volte il casino che faceva la lavatrice.E rieccoci lì, io e June, sedute davanti a questo affare ad aspettare il nostro destino.Ha finito.Ora del giudizio.Apro lo sportello e vengo investita da un’ondata di calore umidiccio.Eccolo lì il mio maglioncino. È caldo e morbido come un orsacchiotto.In questo momento provo un sentimento di amore profondo verso questi due macchinari, tanto che vorrei abbracciarli (ma mi trattengo).

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