Sabato sera una amica speciale festeggiava le sue 20+20 primavere e, volendo goderci l’evento, io e l’Amoremio abbiamo deciso di fare un tentativo estremo: lasciare la gnocca a dormire dai nonni. Ora, lo so che i miei genitori vivono a due chilometri da casa mia, che Emma è abituata a stare con loro, che c’è pure la ZiaMatta a dare man forte e che mi fido ciecamente.
Ma io ero in pieno stato ansioso, io che voglio fare la mamma moderna e poi sono la peggio del peggio.
“Che dici, rimandiamo?”
“No.”
“Ma non è stata bene!!!”
“Per te non sarà mai il momento”
Ecco, certe volte lo vorrei disossare, l’Amoremio, però se non ci fosse stato lui Emma dormirebbe ancora in mezzo a noi, mentre invece ronfa beatamente nel suo lettino tutta la notte in santa pace. Noi e lei.
Mamma coraggio, io.
E vabbè, proviamo.
Lascio la gnocca dai miei e devo subito fare una premessa: mia madre è una donna santa. Le ho elencato una serie di cose da fare con Emma così lnga e pedante (manco non la tenesse tutti i pomeriggi) che non m’ha mandato a Westeros perché m’ha messo al mondo lei.
Andiamo alla festa, tutti carini, vestiti bene e da fidanzatini, senza prole al seguito. E la nostre scelta si rivela subito ottima, visto che la festa inizia un po’ tardi e la gnocca cala le tende al massimo alle 21 e 30. Stiamo bene, ci rilassiamo, festeggiamo la mia amica.
Ma nella mia testa un pensiero gironzola, torna sempre là, irrequieto e inarrestabile: che farà Emma? Sarà tranquilla? Dormirà? Starà buona?
Faccio la splendida, converso e mangio e bevo, ma il pensiero torna sempre lì con insistenza: avrà preso la camomilla? Dormirà senza la mamma?
Resisto alla tentazione d chiamare e scrivere sms ogni cinque minuti., ma mi porto dietro il telefono come copertina di Linus. Non si sa mai, dovessero aver bisogno
E invece tutto tace, la festa finisce, torniamo a casa.
Una casa innaturale. Volete mettere tornare a casa e poter fare rumore perché la gnocca non sta dormendo? Accendere le luci, lavarsi i denti con lo spazzolino elettrico e non con quello classico, parlarsi ad alta voce. Strano, molto strano. Ed infatti io e l’Amoremio ci guardiamo un po’ persi, come chi crede di rientrare a casa sua e invece si ritrova a Wayward Pines.
“Che faccio, mando un sms? Chiamo?”
“Sono le due, dormi”
“Mmmm…”
E così dormo, senza quasi rendermene conto. E mi sono svegliata con un sms di mia madre alle otto che recitava: “Tutto bene, Emma si è svegliata ora da ieri sera e sta facendo colazione”.
Ecco.
Io e le mie paure.
Io e il mio sottovalutare mia figlia.
Quest’esperienza mi ha fatto capire molte cose, prima fra tutte che sono una mammoletta col cuore di mou, altro che mamma moderna e menate varie. Io sono una mamma italiana da iconografia classica, altroché. Ma anche che:
- La mia vita non potrà mai più essere la stessa e tornare indietro non è possibile. Dodici chili e novanta centimetri di nana hanno irrimediabilmente e fantasticamente cambiato la nostra vita in talmente tanti modi che noi stessi siamo cambiati dall’interno. E non solo per le occhiaie.
- Tua figlia che ti vede, sorride e ti butta le braccia al collo dopo aver dormito fuori casa è un dono del cielo.
- Andare fuori, vivere una vita sociale si può.
Siamo fortunati, lo so.