Le persone che frequento hanno – quando va bene – la mia età; di bambini ne vedo davvero pochini.
Poi mi capitano in ufficio due mamme con un bambino cadauna, ad occhio e croce avranno due-tre anni.
«… un paio d’anni, dico bene?»
«Eh no! Il mio ha 26 mesi, 2 settimane, 4 giorni e 20 ore»
«E il mio 30 mesi, 1 settimana virgola 5 e 7 ore»
Sorry, come non detto.
Le due pesti, lasciate libere, si avventano sul mio piccolo mondo.
Distruggono tutto quello che toccano, sotto gli sguardi orgogliosi delle genitrici.
Una delle due, alla mia domanda: «Scusi, lo sa che qui non si potrebbe toccare?…», mi lancia uno sorrisetto di superiorità e mi incenerisce con un: «Si vede che non ha figli…».
Nel frattempo, il suo marmocchio fa il bello e il cattivo tempo nel mio ufficio.
Il mio ufficio, non casa sua.
Nossignora, non ho figli.
E me ne guardo bene dall’averne, se i bambini di oggi sono tutti così maleducati.
Ma forse, sa, i veri maleducati sono i genitori che non sono in grado di insegnare ai figli il rispetto.
Sono le mamme che non hanno nemmeno il coraggio di vergognarsi se una perfetta sconosciuta (io) deve prendere per mano i loro figli e sgridarli al loro posto.
E anche quell’affermazione un po’ così, «Si vede che non ha figli…», che per una serie di casualità mi sento ripetere da qualche settimana, sta cominciando a suonarmi come una giustificazione.
Perché il problema non sono io, che non ho figli che mi fanno disperare.
Il problema sei tu che non sei capace di gestire un figlio.