Le tragedie piccole, quelle che nessuno rappresenta, che non vanno sui giornali, che non muovono le bocche di tutti; quelle che vanno in scena sullo sfondo di appartamenti circondati da altri appartamenti, di palazzi circondati da altri palazzi, di paesi circondati da altri paesi.
Le tragedie delle cucine, delle camere singole, degli abitacoli, raccontate sotto quattro cuscini, che colpiscono solo tre persone, tremano nello stesso silenzio, deformano le stesse idee, hanno le stesse pupille dilatate.
Di questo teatro invisibile, senza i manifesti sono l’immensa platea.
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