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PICCOLI BRIVIDI di Rob Letterman (2015)

Creato il 20 gennaio 2016 da Ifilms
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Scritto da Valeria Morini
Categoria principale: Le nostre recensioni
Categoria: Recensioni film in sala
Pubblicato: 20 Gennaio 2016
Rob Letterman  

piccoli-brividi

Negli anni Novanta, la collana di libri Piccoli brividi scritta da R.L. Stine portò il genere horror nella narrativa per ragazzi, conquistando il pubblico giovanissimo di mezzo mondo con circa 500 milioni di copie vendute e generando anche un'omonima serie televisiva. A distanza di qualche lustro, arriva questa ironica trasposizione che, anziché scegliere la strada del mero adattamento cinematografico, preferisce l'omaggio ammiccante riversando sullo schermo n mix di realtà, finzione e metanarrazione.

Zach (Dylan Minnette) è il classico adolescente sveglio ma spaesato, segnato dal recente lutto paterno e insofferente alla scelta della madre di trasferirsi in una sonnacchiosa cittadina di provincia. Per fortuna, il ragazzo trova subito un motivo d'interesse nella vicina di casa Hannah (Odeya Rush), coetanea bella e misteriosa che sembra però “prigioniera” di un padre dispotico (Jack Black). La verità sul burbero asociale sarà ben altra: l'uomo è in realtà proprio l'autore di Piccoli brividi, i cui noti racconti hanno sviluppato il disastroso “effetto collaterale” di rendere i mostri terribilmente reali.

Rob Letterman proviene dall'animazione e da una ben più ambiziosa (e fallimentare) rivisitazione letteraria quale I fantastici viaggi di Gulliver, sempre con Black protagonista. Attingendo stavolta alla pop culture e ai ricordi di una generazione di lettori, il regista e lo sceneggiatore Darren Lemke confezionano un prodotto d'evasione senza pretese ma godibile, rivolta principalmente a un pubblico teen. Horror stemperato dall'ironia e dalla giocosità, prova a mescolare il racconto di formazione all'entertainment puro con dosi massicce di CGI, il tema del rapporto tra Opera e Creatore al citazionismo cinematografico (che pesca a piene mani in una tradizione che va da Gremlins a Jumanji e Una notte al museo, regalando persino cenni a Carrie – Lo sguardo di Satana).

Alla fine, al netto delle solite sdolcinatezze adolescenziali e della confezione da prodotto per famiglie, nella sua dimensione ludico-meravigliosa il film funziona, in virtù di un ritmo incalzante sostenuto dalla bella colonna sonora di Danny Elfman e di qualche interessante invenzione visiva (il diabolico Slappy e gli gnomi malvagi qualche brivido lo regalano davvero). L'asso nella manica è ovviamente la presenza dello scatenatissimo “demiurgo” Jack Black, protagonista di un autoironico corto circuito con il vero scrittore (vedi la divertente rivalità con Stephen King e il cameo di Stine, guarda caso nei panni di un professore di nome Black).

Pare si tratti il primo capitolo di un franchise, secondo l'ormai classica tendenza hollywoodiana. C'è da sperare che prossimi eventuali capitoli non si infilino nel meccanismo della coazione a ripetere, perdendo così la freschezza di questo primo episodio.

Voto: 2,5/4


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