Ma come, il fiscal compact con il demenziale incubo del pareggio in costituzione e la spada di Damocle del ventesimo del debito da ripagare ogni anno; la costrizione all’assurdo fondo salva stati per il quale dobbiamo mettere da parte 125 miliardi in offerta a un organismo privato e le ricette-ordini di Draghi e Trichet, non erano per l’appunto ciò che ci voleva per uscire dal tunnel e intraprendere la strada della crescita?
Qualcuno nel quadrilatero delle alte cariche si è accorto che in realtà eravamo il bue da sacrificare all’altare dell’economia tedesca, impedendo con sacrifici enormi e distruttivi lo sfascio di quella costruzione europea rimasta a mezz’aria, né carne, né pesce, con una moneta che non è di nessuno e nessuna politica capace di coordinare il tutto? Non ci si è accorti che questa Europa era già quella dei tecnici che burocraticamente assolvevano e assolvono gli ordini delle economie più forti, in preda ai fantasmi ideologici del liberismo?
Ora dopo esserci legati al collo macigni insostenibili, qualcuno comincia a sospettare che si potrebbe annegare, visto che l’economia annaspa disperatamente e gli spread rimangono incollati all’insostenibilità finanziaria. E chiede aiuto proprio a quell’Europa che ci ha imposto la recessione e le cui ottuse imposizioni abbiamo accettato ad occhi chiusi, facendo gli interessi non del Paese, ma solo dei voraci potentati autoctoni e internazionali. Ma questa Europa ci ha già aiutato ampiamente nel tentativo di suicidio che semplicemente prosciuga il Paese senza cambiarlo, senza intervenire davvero sulle sue storture, le sue pigrizie e i suoi costosissimi vizi, anzi dando fuoco ai residui di dignità e di diritti sopravvissuti al berlusconismo.
Però cosa fatta, capo ha. Non si può tornare indietro, se non spazzando va chi ha permesso tutto questo. E mi chiedo quando nel quadrilatero del potere lo si comincerà a capire.